[Fan Fiction] Tidus&Yuna together 4ever: Capitolo 11

Raggomitolata sul letto, Rikku piangeva. Le sue lacrime bagnavano il cuscino oltre che il suo volto. La sua testa era così piena di pensieri che neanche sapeva quali considerare per primi ma tutti erano su Gippal. Per di più parlava da sola ad alta voce “Razza di stupido! Una cavolata! La cavolata l’ho fatta io che ho buttato al vento 8 mesi a vivere con te, credendo che fossi un ragazzo tanto dolce. E invece non sei altro che un maledetto bastardo!”, tutti quelle parole erano dette con la rabbia che le bruciava dentro e che aveva bisogno di essere buttata fuori. Si girò dall’altra parte del letto e sobbalzò sorpresa, vedendo che Yuna e Paine erano davanti a lei e la guardavano. Non le importava di quando fossero entrate, tutto quello che voleva era che la lasciassero sola. “Andate via!” le ammonì rigirandosi nella posizione in cui era un minuto prima. Non sentendo nessun rumore di passi che se ne andavano capì che loro due erano ancora lì. “Non voglio parlare con nessuno, chiaro? Voglio restarmene sola, quindi andatevene”. Yuna prese la parola prima di Paine “Anche se rimani da sola a consumarti l’anima nella depressione totale le cose non cambieranno da sè”. Rikku le rispose malamente “Fammi il piacere di non parlare come se ne sapessi qualcosa”, la risposta non offese affatto Yuna che le parlò di nuovo “Andiamo Rikku… per come avete gridato chi vuoi che non vi abbia sentiti? Molte persone erano lì e vi fissavano, noi 2 comprese”. Rikku si alzò di scatto dal letto e si parò davanti a Yuna dicendole in faccia “Anche se è così a me non me ne frega minimamente. Alla fine Gippal si è mostrato per quello che è veramente: un maledetto bastardo. E può stare sicuro che a me non mi rivedrà fino al giorno del giudizio”, scandì bene ogni parola di quello che aveva detto, sebbene stesse ancora piangendo. Paine intervenne “Lasciami dire che stai esagerando Rikku. Gippal non è affatto così” ma Rikku ribattè duramente anche con lei “E tu che ne sai? Hai mai sofferto per amore? No, non mi risulta. Perciò non puoi assolutamente aprire bocca sull’argomento”. Non lo diede a vedere ma Paine era rimasta ferita nell’animo da quelle frasi. Tuttavia non smise di intervenire “Sì è vero. Non ho mai saputo cosa significhi soffrire per amore. Ma qui ora stiamo parlando di Gippal che, tra parentesi, conosco da molto più tempo di te. E posso dirti con assoluta certezza che lui non è per niente il tipo che stai dicendo ora tu. E’ invece quel tipo di persona che è sempre stato con te e che tu volevi che fosse”. Rikku non resse più la loro presenza “Ora basta. Per favore, andatevene. Ho bisogno di starmene da sola”. Le sue amiche rimasero ancora per qualche secondo ma alla fine, non sapendo più che dirle, se ne andarono.

Tre giorni dopo nel tempio, Tidus, Baralai (trasferitosi a Besaid) e Wakka cercavano di calmare Gippal. Quest’ultimo però dava loro le spalle e non si capiva se li stesse ascoltando o no. “L’hai fatta grossa, amico mio. Ma che ti è preso?” prese la parola Baralai. L’amico non gli rispose. Tidus continuò il discorso “Senti un pò, per quanto tempo hai in mente di startene a marcire qua dentro e nella depressione totale?”. Gippal si girò verso di lui, era ridotto a uno straccio: le sue occhiaie facevano capire che finora non aveva chiuso occhio, il suo volto magro lasciava intendere che non aveva nemmeno toccato cibo. “Dimmi tu allora, cosa vuoi che faccia?” la sua voce era rauca, segno evidente che non toccava nemmeno acqua. Ridotto com’era faceva davvero pena. Tidus gli rispose “C’è bisogno di chiederlo? Devi tornare da lei, parlale, falle capire quanto ti dispiace averle detto quelle cose”. L’amico abbassò lo sguardo a terra poi rispose “No. E’ meglio di no”. Intervenne Wakka “Che significa che è meglio di no? Vuoi abbandonare tutto così senza provarci?”, “Lei non vuole più vedermi, nemmeno che mi avvicini a lei. Come pensi che possa parlarle?”. A quella domanda Baralai rispose “Ma fregatene di quello che ti ha detto lei. Se fai così allora quando e come si sistemeranno le cose? O forse dobbiamo credere che tu non vuoi che si sistemino e che vuoi passare il resto della tua vita a compiangerti?”. Gippal lo guardò poi spostò il suo sguardo su Wakka “Fai come ti dice lui. Và da Rikku e falle capire quanto tieni a lei”. Loro non sapevano quanto lui desiderasse farlo, ma nemmeno sapevano che a impedirglielo c’era la paura. Paura che lei lo respingesse, che davvero non volesse più stare con lui e che se avesse provato a parlarle avrebbe solo reso la situazione irrisolvibile. Per tutta risposta si chiuse nella sala a destra del chiostro del tempio, congedandosi dai suoi amici.

Quella notte Rikku non dormì, i suoi infiniti pensieri le impedivano di addormentarsi. O forse era che senza una certa persona con lei nel letto non riusciva a dormire? Sapendo quanto inutile fosse tentare di assopirsi si alzò dal letto e uscì fuori per schiarirsi le idee, senza che le importasse quanto fosse tardi. Gettò un’occhiata al tempio e si chiedeva se anche il suo ragazzo stesse passando la notte in bianco. “No, sicuramente no” si disse “Tanto non gliene frega niente di me, perchè dovrebbe starsene insonne allora?”. Cominciò a camminare senza una destinazione precisa, erano le sue gambe a portarla. E mentre camminava continuava a pensare a quello che Yuna e Paine le avevano detto quel pomeriggio: “La situazione non cambierà da sè” e “Non è per niente il tipo che stai dicendo ora tu. E’ invece quel tipo di persona che è sempre stato con te e che tu volevi che fosse”. Camminò per quella che le sembrò un’eternità e alla fine arrivò, senza rendersene conto, alla spiaggia. Si ricordò che era proprio quello il posto in cui loro due si erano baciati la prima volta; si ricordò tutto come se fosse successo il giorno prima: lui con lei che camminavano insieme a Tidus e Yuna in spiaggia, in una sera di luna piena. Loro due erano in piedi sul bagnasciuga, finchè non si erano guardati negli occhi e si erano dati il primo bacio. “Quanti bei ricordi”, pensò Rikku. Poi pianse e si inginocchiò sulla sabbia. Le emozioni che lui le dava, i momenti che insieme avevano passato… e ora non ce ne sarebbero più potute essere. Alla fine dovette rendersi conto che, nonostante lei lo odiasse per le cose che lui aveva detto, lo amava ancora e voleva che tornasse. Ma il suo orgoglio le impediva di andare da lui a chiederglielo. Dopotutto era colpa di Gippal, era lui che doveva andare da lei e chiederle perdono in ginocchio. E mentre faceva tutte quelle riflessioni sentì dei passi venire da dietro di lei. Si asciugò in fretta le lacrime. A quanto pare non era sola.


Vai a Seleziona Capitolo

Vai a Capitolo 12