Tre giorni dopo nel tempio, Tidus, Baralai (trasferitosi a Besaid) e Wakka cercavano di calmare Gippal. Quest’ultimo però dava loro le spalle e non si capiva se li stesse ascoltando o no. “L’hai fatta grossa, amico mio. Ma che ti è preso?” prese la parola Baralai. L’amico non gli rispose. Tidus continuò il discorso “Senti un pò, per quanto tempo hai in mente di startene a marcire qua dentro e nella depressione totale?”. Gippal si girò verso di lui, era ridotto a uno straccio: le sue occhiaie facevano capire che finora non aveva chiuso occhio, il suo volto magro lasciava intendere che non aveva nemmeno toccato cibo. “Dimmi tu allora, cosa vuoi che faccia?” la sua voce era rauca, segno evidente che non toccava nemmeno acqua. Ridotto com’era faceva davvero pena. Tidus gli rispose “C’è bisogno di chiederlo? Devi tornare da lei, parlale, falle capire quanto ti dispiace averle detto quelle cose”. L’amico abbassò lo sguardo a terra poi rispose “No. E’ meglio di no”. Intervenne Wakka “Che significa che è meglio di no? Vuoi abbandonare tutto così senza provarci?”, “Lei non vuole più vedermi, nemmeno che mi avvicini a lei. Come pensi che possa parlarle?”. A quella domanda Baralai rispose “Ma fregatene di quello che ti ha detto lei. Se fai così allora quando e come si sistemeranno le cose? O forse dobbiamo credere che tu non vuoi che si sistemino e che vuoi passare il resto della tua vita a compiangerti?”. Gippal lo guardò poi spostò il suo sguardo su Wakka “Fai come ti dice lui. Và da Rikku e falle capire quanto tieni a lei”. Loro non sapevano quanto lui desiderasse farlo, ma nemmeno sapevano che a impedirglielo c’era la paura. Paura che lei lo respingesse, che davvero non volesse più stare con lui e che se avesse provato a parlarle avrebbe solo reso la situazione irrisolvibile. Per tutta risposta si chiuse nella sala a destra del chiostro del tempio, congedandosi dai suoi amici.
Quella notte Rikku non dormì, i suoi infiniti pensieri le impedivano di addormentarsi. O forse era che senza una certa persona con lei nel letto non riusciva a dormire? Sapendo quanto inutile fosse tentare di assopirsi si alzò dal letto e uscì fuori per schiarirsi le idee, senza che le importasse quanto fosse tardi. Gettò un’occhiata al tempio e si chiedeva se anche il suo ragazzo stesse passando la notte in bianco. “No, sicuramente no” si disse “Tanto non gliene frega niente di me, perchè dovrebbe starsene insonne allora?”. Cominciò a camminare senza una destinazione precisa, erano le sue gambe a portarla. E mentre camminava continuava a pensare a quello che Yuna e Paine le avevano detto quel pomeriggio: “La situazione non cambierà da sè” e “Non è per niente il tipo che stai dicendo ora tu. E’ invece quel tipo di persona che è sempre stato con te e che tu volevi che fosse”. Camminò per quella che le sembrò un’eternità e alla fine arrivò, senza rendersene conto, alla spiaggia. Si ricordò che era proprio quello il posto in cui loro due si erano baciati la prima volta; si ricordò tutto come se fosse successo il giorno prima: lui con lei che camminavano insieme a Tidus e Yuna in spiaggia, in una sera di luna piena. Loro due erano in piedi sul bagnasciuga, finchè non si erano guardati negli occhi e si erano dati il primo bacio. “Quanti bei ricordi”, pensò Rikku. Poi pianse e si inginocchiò sulla sabbia. Le emozioni che lui le dava, i momenti che insieme avevano passato… e ora non ce ne sarebbero più potute essere. Alla fine dovette rendersi conto che, nonostante lei lo odiasse per le cose che lui aveva detto, lo amava ancora e voleva che tornasse. Ma il suo orgoglio le impediva di andare da lui a chiederglielo. Dopotutto era colpa di Gippal, era lui che doveva andare da lei e chiederle perdono in ginocchio. E mentre faceva tutte quelle riflessioni sentì dei passi venire da dietro di lei. Si asciugò in fretta le lacrime. A quanto pare non era sola.