Recensione film Tomb Raider (2018) – No spoiler

A distanza di ben 15 anni dall’ultima pellicola della serie, il 15 Marzo nei cinema italiani è arrivato il nuovo film di Tomb Raider. Da Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures, “Tomb Raider” è la storia che narra il percorso di una giovane e risoluta Lara Croft per diventare un’eroina mondiale. Il film è diretto da Roar Uthaug (“The Wave”), con il premio Oscar Graham King ( “The Departed”) che produce sotto la sua GK Films. La produzione del film è iniziata sulla scia del 20° anniversario del popolarissimo franchise videoludico di Square Enix, Crystal Dynamics ed Eidos Montreal.

A vestire i panni di una giovane Lara Croft è l’attrice premio Oscar Alicia Vikander (“Ex Machina”, “The Danish Girl”), degna erede di Angelina Jolie, che invece aveva recitato da protagonista nei due film antecedenti al riavvio della serie. Tomb Raider vede tra gli attori anche Dominic West (“Money Monster”, “300”), Walton Goggins (“The Hateful Eight”, “Django Unchained”) e Daniel Wu (AMC “Into the Badlands”).

Il nuovo film di Tomb Raider prende le mosse dal reboot della saga dedicata all’archeologa più famosa del panorama videoludico. Ciò significa che la linea narrativa in cui affonda le radici è è direttamente collegata all’ambizioso progetto di reinvenzione da parte di Crystal Dynamics e Square-Enix, avviato nel 2011. L’obiettivo è stato quello di riscrivere le origini di Lara Croft, mantenendone inalterati i connotati tipici, soffermandosi anche sull’analisi della vulnerabilità della protagonista e sulle sue innate capacità di sopravvivenza come essere umano.

Guardando il film, chi ha giocato al primo capitolo del reboot (ossia Tomb Raider 2013) non mancherà di notare i numerosi riferimenti sparsi per tutta la narrazione, percependo immediatamente quella sensazione di familiarità che stabilisce un solido legame fra il videogiocatore della nuova linea e lo spettatore del cinema. Personalmente, avendo apprezzato anche gli ultimi due capitoli della serie dopo il riavvio (ossia Tomb Raider 2013 e Rise of the Tomb Raider), ho sorriso ogni volta che una scena o una frase mi ha ricordato un particolare momento del gioco.

In questa breve recensione che vi propongo (assolutamente priva di qualsiasi spoiler naturalmente) sono poche le cose da commentare perché devo dire che mi trovo decisamente allineato al parere della critica, che ha generalmente accolto con un certo entusiasmo questa nuova avventura cinematografica di Lara Croft. Provo quindi a schematizzare per punti:

  • Trama: Uthaug dirige da un copione di Ginevra Robertson-Dworet. A livello di sceneggiatura, le mie aspettative sono sempre moderate per Tomb Raider, ma a mio avviso è stato fatto un ottimo lavoro sulla trama. Nel nuovo film, Lara Croft è la fiera e indipendente figlia di un avventuriero eccentrico scomparso quando lei era poco più che adolescente. Diventata una giovane donna di 21 anni senza alcuna missione o scopo effettivo, Lara pedala per le strade caotiche dell’altolocata East London come corriere in bicicletta, riuscendo a malapena a pagarsi l’affitto. Determinata a forgiare la propria strada, si rifiuta di prendere le redini dell’impero multinazionale del padre, così come rifiuta altrettanto strenuamente l’idea che lui se ne sia realmente andato. Pur volendo affrontare la realtà e voltare pagina dopo sette anni senza di lui, nemmeno Lara riesce a capire che cosa la spinga a voler finalmente risolvere l’enigma che si cela dietro la misteriosa morte del padre. Andando esplicitamente contro le ultime volontà di quest’ultimo, la giovane abbandona ogni propria sicurezza per mettersi alla ricerca dell’ultima località nota a suo padre: una tomba leggendaria su un’isola mitica nascosta da qualche parte al largo delle coste del Giappone. Tuttavia, la sua missione non sarà un compito facile; già solo raggiungere l’isola sarà estremamente insidioso. Improvvisamente, la posta in gioco non potrebbe essere più alta per Lara, che – contro ogni probabilità e armata solo del proprio ingegno, della propria fiducia incondizionata e del proprio spirito intrinsecamente testardo – dovrà imparare a spingersi oltre i propri limiti, mentre viaggia verso l’ignoto. 
  • Lara Croft e Cast: trovo che il personaggio di Lara sia stato scritto e approfondito in modo molto interessante. Avere, ad esempio, una retrospettiva sulla vita della giovane archeologa prima che si trasformi nella superstite che abbiamo imparato a conoscere ha aggiunto davvero spessore alla ricostruzione del suo personaggio. In ogni scena, la personalità di Lara è riconoscibile e la sua figura di donna forte e sprezzante diventa subito un riferimento positivo col quale immedesimarsi, strizzando l’occhio anche alla sua versione classica (probabilmente quella ad oggi più amata). Anche al cast dei restanti personaggi – alcuni ben noti a chi ha giocato i due titoli del reboot, altri creati appositamente per la nuova sceneggiatura – è riservata un’analisi attenta grazie a cui peraltro la stessa personalità del personaggio di Lara Croft viene indirettamente arricchita. Il messaggio che passa, infatti, è quello secondo cui la volontà, l’intraprendenza e la caparbietà s’intensificano e si rafforzano in virtù dei legami che si riescono ad intessere con le persone care. Ancora una volta, ci viene insegnato che l’affetto e l’aiuto reciproco danno senso e sostengo alla forza di una persona, per quanto tenace e ribelle questa possa essere in autonomia.  
  • Ambientazione: le riprese sono ambientate in Sud Africa e nel Regno Unito. Le location scelte per girare il film, soprattutto l’isola di Yamatai, danno ancora una volta uno straordinario senso di familiarità ai giocatori del reboot. I dettagli si presentano molto curati, niente viene lasciato al caso: le caratteristiche strade di Londra, le folte foreste dell’isola, il mare in tempesta, la spiaggia dei relitti, le tombe e le immancabili trappole mortali. La regia riesce con sapienza ad alternare momenti di grossa suspance con attimi di emozione e riflessione. Secondo me, l’impronta conferita alle ambientazioni, specie alle tombe, ricalca egregiamente quella dei videogiochi (forse ancor più quella dei classici che non del reboot). Gli stessi scenari si legano al personaggio di Lara, contribuendo con la loro ostilità alla sua trasformazione da innocente londinese a incrollabile superstite. Il team creativo del regista dietro le quinte comprende il direttore della fotografia George Richmond (“Mission: Impossible – Rogue Nation”); lo scenografo Gary Freeman ( “Maleficent”); l’editore candidato all’Oscar Stuart Baird ( “Skyfall”, “Gorillas in the Mist”) e la costumista Tim Wonsik (caposquadra costumisti, “Guardians of Galaxy”, “Captain America: The Winter Soldier”).
  • Sonoro: forse il punto che ho trovato più debole in tutta la pellicola. Non ho sentito una colonna sonora particolarmente memorabile, anche se il sonoro si dimostra calzante là dove serve, per esempio per creare tensione. In generale, i film di Tomb Raider non brillano per colonna sonora, anche se non bisogna dimenticare che al film si accompagna “Run for your life” di K.Flay, di cui propongo sotto il video ufficiale. Devo riconoscere che non incontra i miei gusti musicali, ma immagino nasca con l’intento di racchiudere in note l’energia del personaggio di Lara e la pericolosità dell’avventura che dovrà affrontare per crescere nell’eroina che conosciamo. 


In definitiva, non posso che esprimere un parere positivo per questo film. Ammetto di essere entrato in sala con un certo scetticismo, con il timore di ritrovarmi di fronte un personaggio stereotipato immerso in un’avventura tipicamente e spettacolarmente “americana”, ma priva di presa reale sul pubblico e/o di attendibilità. Al contrario, sono stato positivamente sorpreso nel notare la cura che negli anni è stata riposta nella scrittura della trama e di Lara Croft come archeologa destinata a lasciare il segno. Pertanto, raccomando caldamente questo film agli appassionati della serie (e non), soprattutto se avete avuto la possibilità di giocare ai due titoli legati alla riscrittura della saga. Non vedo l’ora di conoscere anche i vostri pareri!

Qui sotto, invece, vi lascio anche le recensioni scritte dagli altri amici dei fansite ufficiali italiani. Date loro un’occhiata per ottenere ulteriori impressioni e scambiare ulteriori punti di vista!

“Tomb Raider” (2018) Movie Review, di Alex (Fansite: Tomb Raider Drawings)

Pubblicato da Mark

Mi chiamo Marco e, nonostante giochi a Final Fantasy sin da quando ero bambino, non sono riuscito a ideare un nickname più fantasioso di Mark. La mia passione per le serie di Final Fantasy e Tomb Raider mi ha portato a creare Allgamestaff, un sito web nel quale ho pubblicato numerose guide strategiche nella speranza di aiutare altri fan come me a superare un ostacolo e ad esplorare ogni anfratto. Amo la scrittura e i videogiochi: il mio sito è il luogo nel quale questi due interessi si incontrano. Contattami per ulteriori info.