[Fan Fiction] You’ll become a Legend – Episode 1: Interview

Special interview with Lara Croft

<< Lady Henshingly Croft è un piacere per noi poterla ospitare nella nostra redazione, non capita spesso di poter avere l’onore di intervistarla >> disse la famosa giornalista Anna Wintour della altrettanto celebre rivista Vogue,
<< Credo anche io che sia un evento più unico che raro, non amo mettere sulla piazza le mie vicende strettamente personali; ma d’altronde ogni tanto bisogna pure provare nuove esperienze >> risposi sedendomi sulla poltrona bianca che mi era stata riservata e nascondendo un certo senso di disagio,
<< Le siamo infinitamente grate per aver accettato il nostro invito e la prego di sentirsi libera di rispondere o meno alle nostre domande, non intendiamo di certo invadere la sua privacy, ha già molto da fare per sfuggire ai giornalisti di tutto il mondo suppongo >> proseguì lei estraendo un blocco per gli appunti e appoggiandoselo sulle gambe,
<< Ammetto che spesso ho maledetto i vostri colleghi che mi placcavano giorno e notte senza darmi tregua >>,
<< Ed immagino che essere maledetti da Lara Croft alla lunga possa diventare un problema, giusto? >>,
<< Immagino di si, c’è modo e modo per svolgere il proprio lavoro >>,
<< Sono d’accordo con lei, se è d’accordo preferirei darle del tu durante questo colloquio… >>,
<< Ti ringrazio Anna, ho sempre avuto qualche difficoltà con le buone maniere >>,
<< Eppure tutti ti amano, il tuo nome è conosciuto in tutti i continenti. Probabilmente ogni archeologo/a tiene appeso alla parete un tuo poster, i libri di archeologia narrano le tue avventure, giornalisti e presentatori si ucciderebbero a vicenda pur di averti come ospite… Eppure sappiamo così poco su di te, nessuno al di fuori della tua stretta cerchia di amici può dire di conoscerti per quello che davvero sei; perchè tu sei diventata un simbolo per l’Inghilterra del nuovo millennio ma sei anche una donna, una donna con un passato così emblematico… Vorresti raccontarci qualcosa? >>,

<< Sono nata il 14 Febbraio 1986 nel Timmonshire e sono l’unica erede della famiglia aristocratica Croft, nacqui durante una notte tempestosa e mia madre rischiò di perdere la vita durante il parto, fortunatamente i medici riuscirono a evitare il peggio.
Mio padre fin da subito desiderò che io divenissi la dama più aggrazziata, colta e dolce dell’ex contea. Mossi i primi passi in un ambiente nobiliare, ma ricco di affetto; fui istruita privatamente nel classico stile inglese. Il mio sguardo però volgeva già altrove: ero curiosa, sempre alla ricerca della verità e soprattutto decisa nel difendere la mia libertà facendo tutto quello che l’istinto mi suggeriva. Nel 1995 riuscii a sopravvivere ad un disastroso incidente aereo sulla catena dell’Himalaya che comportò la tragica perdita di mia madre Amelia De Mornay, da allora tutto cambiò, mio padre non si diede mai pace e io nutrii sentimenti fino ad allora sconosciuti come la solitudine, la rabbia e l’egoismo >>
.

<< Lara la tua non deve essere stata affatto un’infanzia facile, la perdita improvvisa di tua madre ti ha cambiata come hai detto tu, ma in che modo? Sei forse diventata adulta troppo presto? Hai sviluppato una maschera per proteggerti dal mondo esterno? >>
<< Ognuno di noi reagisce in modo differente agli eventi tragici, non credo di essermi costruita una maschera ma piuttosto di aver rafforzato anzi cementficato alcune caratteristiche introspettive del mio carattere, amo stare sola, lavorare da sola perchè ho dovuto imparare ad amarlo; ho imparato a non fidarmi di nessuno perchè ho provato il tradimento delle persone care sulla mia pelle, ho imparato a contare solo ed esclusivamente sulle mie forze perchè mi sono trovata costretta a farlo. Puoi chiamarla maschera se preferisci ma a me piace definirlo lavoro forzato sulla mia psiche >>,
<< Beh la tua volontà d’animo è a dir poco inaudita, quanti di noi sarebbero riusciti a sopportare una tale fatalità completamente soli in tenera età, già a questo punto la tua storia si infittisce di mistero, come è riuscita una bambina di soli nove anni a sopravvivere in un ambiente così inospitale come le montagne del Nepal? >>

<< Per trovare segni di civiltà sapevo di dover scendere a valle così iniziai a camminare mentre infuriava una bufera di neve, mi ci volle, lo riconosco, una gran forza di volontà per lasciare la grotta in cui mia madre presumibilmente morì.
Dopo dieci giorni giunsi a Katmandu, entrai nel bar più vicino e telefonai a mio padre, che aveva già avviato le nostre ricerche, chiedendogli di venirmi a prendere immediatamente.
Nei sei anni successivi, viaggiai saltuariamente in tutto il mondo, da un sito archeologico all’altro assieme a mio padre divenendo a tutti gli effetti l’apprendista di mio padre.
All’età di undici anni, terminato il primo ciclo di istruzione, frequentai la migliore scuola femminile di Wimbledon, viaggi permettendo, per essere avviata all’arte della perfetta nobildonna inglese, ma dall’esperienza scolastica colsi solo l’importanza della cultura e primeggiai negli studi disinteressandomi delle raffinatezze e delle superficialità.
Ormai sedicenne entrai in conflitto con i desideri di mio padre, infatti nonostante riportassi ottimi risultati accademici avevo numerose note disciplinari. Mio padre adottò quindi uno stile di vita più severo, su consiglio della zia materna, per tenere sotto controllo il mio carattere impulsivo.
Passai le vacanze estive nuotando, costruendo le case sugli alberi e girovagando per l’intera area della villa, tornavo a casa solo per ora di cena dove, puntualmente, dovevo sopportare le prediche della zia, che mi additava come una delusione nei confronti dell’antica famiglia Croft. >>

<< Deve essere stato difficile per te sopportare queste critiche, la tua vita ti stava stretta già da adolescente? >>
<< Non crederai davvero che io non mi sia mai ribellata… >>
<< Ribellata? Beh a dir il vero lo immaginavo, ma non vedo come tu abbia potuto prenderti una rivincita senza un solido appoggio >>,
<< Ma io potevo contare su un valido alleato: Winston Smith, quello che comunemente chiamate maggiordomo, ma lui è molto di più per me >>
<< Ho notato un particolare luccichio nei tuoi occhi quando lo hai nominato, ci sei davvero così legata? >>,
<< La famiglia Winston è legata a noi Croft da molte generazioni; dopo essere stato congedato dall’esercito negli anni ’50 con la menzione d’onore, Winston è diventato maggiordomo e uomo di fiducia a villa Croft come suo padre prima di lui. Considerando il mio stile di vita, piuttosto eccentrico, Winston va spesso oltre l’adempimento delle faccende domestiche, la sua devozione nei miei confronti è sincera e profonda. Mi ha cresciuta fin da quando ho mosso i primi passi, prendendo le mie difese ogni volta che gli è stato possibile.
E’ sempre stato piuttosto apprensivo per quanto riguarda la mia salute; qualche anno fa durante il mio addestramento alla villa mi cercò di dissuadere con tutte le sue forze credendo, che prima o poi, ci avrei rimesso una gamba in quei percorsi; stanca del suo pedantismo l’ho rinchiuso per mezzora nella cella frigorifera; da allora si è sempre tenuto distante quando eseguivo gli addestramenti. In molte altre occasioni ho esagerato, forse anche mancandogli di rispetto, ma lui ha sempre avuto una buona parola su di me e gli sono infinitamente grata per tutto quello che ha fatto e fa tuttora per me.
Mentre mia zia mi rimproverava aspramente io, più di una volta, mi rifugiai nel suo regno: la cucina e insieme meditavamo vendetta; non hai idee di quante volta ho sabotato i suoi piatti con un’aggiunta consistente di spezie piccanti… Ammetto che mi divertivo a farle i dispetti, è nella mia indole non sopportare le prediche. >>

<< Un comportamento non di certo regale, ma è proprio grazie alla tua avversione verso le regole che oggi sei forse la donna più desiderata e allo stesso tempo detestata d’Europa >>,
<< Non so se questo sia realmente il motivo della mia fama ma, di sicuro, preferisco che la gente mi conosca per i miei difetti così fin da subito hanno ben presente quali siano i miei lati negativi >>,
<< Se non sbaglio hai iniziato i tuoi viaggi alla scoperta del mondo antico molto presto, giusto? >>,

<< Assolutamente si, Ardevo d’ansia di libertà, ero alla ricerca di una perfezione fisica e intellettiva al di là degli schemi mentali e cresceva in me il desiderio di viaggiare, esplorare, conoscere e vivere l’avventura. Il preside Carter, leggendo in questi segnali un sogno adolescenziale, consiglia alla famiglia Croft di allontanare Lara da casa e assecondare il suo desiderio.
Una sera, rientrando da una delle mie solite “escursioni” origliai una conversazione tra mio padre e mia zia riguardanti la mia situazione; essi stavano valutando la possibilità di farmi intraprendere un viaggio in Europa. Mi avrebbe accompagnata mia zia, insegnante locale, istruendomi sulla storia europea così che avrei potuto ampliare i miei orizzonti e avrei beneficiato del contatto in prima persona con le località europee di maggior interesse storico.
In un primo momento fui entusiasta della brillante idea di un viaggio all’estero, ma questo si spense subito perchè l’idea di essere accompagnata da quella noiosa, per non dire altro, di mia zia e il pensiero di essere scortata, ammonita e disciplinata 24 ore su 24 mi terrorizzava.
Pochi giorni dopo trovai nell’ufficio di mio padre una copia della rivista “National Geographic”, i titoli di copertina riportavano un nome famigliare: Werner
Von Croy, un esperto archeologo. Pochi anni prima lui stesso aveva tenuto una conferenza per allievi e genitori nella mia scuola e avevo avuto l’opportunità di conoscerlo dato che si intrattenne un pomeriggio a villa Croft come ospite di mio padre.
Allora consideravo Von Croy come una figura ispiratrice e talvolta mi ritornavano in mente le avventure che il professore aveva narrato durante la conferenza, immaginavo e desideravo di poter presenziare, un giorno, ad una delle sue scoperte.
Leggendo la rivista appresi che egli stava attualmente progettando una spedizione archeologica in Asia, culminante in una potenziale nuova scoperta in Cambogia. L’unico problema erano i fondi insufficienti per la spedizione tanto che aveva deciso di viaggiare da solo, raccogliendo piccoli aiuti finanziari durante il viaggio. Ricordo ancora adesso che mi sembrò veder brillare la promessa di una scoperta da quegli occhi azzurri stampati sulla pagina. >>

<< E tuo padre prese di buon grado la tua idea di affiancare Von Croy nella spedizione? >>,

<< Al suo rientro dal consolato, mi precipitai nella sua stanza, sbattendogli l’articolo davanti agli occhi e senza alcuna esitazione gli chiesi il permesso di accompagnare Von Croy nella sua spedizione invece di visitare i risaputi reperti europei. D’apprima mio padre scoppiò in una risata, infatti non mi prese seriamente in un primo momento poichè ero quasi sempre rimasta ad osservare durante i viaggi al suo fianco; quando però gli spiegai quanto mi interessava poter compiere quel dannato viaggio, sembrò concorde, l’esperienza secondo lui avrebbe potuto giovarmi per lo studio futuro della storia e per un’eventuale carriera accademica; inoltre sarebbe stata un’esperienza educativa adeguata alle mie esigenze.
Mio padre si trovò in difficoltà ad obiettare le mie argomentazioni, dopo tutto avevo sedici anni e la mia temerarietà, l’agilità e il mio comportamento da maschiaccio non lasciavano dubbi sulle mie capacità fisiche.
Conoscendo la reputazione dell’archeologo come attento pianificatore di spedizioni, decise di scrivergli una lettera offrendogli la propria assistenza finanziaria, a patto che avesse rispettato un’unica condizione: un posto per me nella spedizione.
Von Croy rispose, rassicurandolo sull’ospitalità dei territori e sull’ampia esperienza che aveva maturato garantendo la mia incolumità. >>

<< Von Croy si ricordava di te? >>,
<< Certamente, la mia partecipazione era la “benvenuta”, come fu d’altronde la “benvenuta” anche l’offerta generosa di mio padre; Egli si ricordava di me per le incessanti e stimolanti domande che gli avevo posto durante la conferenza, ne era rimasto impressionato; pochi mesi dopo ricevetti il permesso per partire, non stavo più nella pelle, probabilmente la mia natura impetuosa e il desiderio di avventura mi sono stati trasmessi da mio padre. In gioventù visitò le rovine archeologiche di luoghi quali: la Giordania, l’Egitto, l’America del Sud e spesso mi narrava i ricordi dei propri viaggi >>.

<< Il tuo discorso mi ha talmente affascinata che ho perso la cognizione del tempo, naturalmente dovrò tagliare qualche particolare perchè sennò l’intervista occuperebbe lo spazio dell’intera rivista. Mi farebbe molto piacere se tu volessi ritornare e magari proseguire la tua avvincente storia Lara, poche volte ho avuto il piacere di intervistare personaggi come te: così carismatici, veri e intriganti. >>
<< C’è ancora molto da dire sulla mia storia ma a causa di impegni personali non so quando avremo di nuovo la possibilità di rincontrarci >>,
<< Suppongo che a breve ci dovremo aspettare una nuova avventura per Miss Croft >>,
<< Insomma, ci stiamo lavorando… è più complicato di quel che sembra >>,
<< Hai mai pensato di scrivere un libro? >>,
<< Preferisco tenermi stretta i miei ricordi, possiedo una sorta di diario ma naturalmente non posso affidare ad esso le mie memorie, sarebbe un guaio se finisse nelle mani sbagliate >>,
<< Sono pienamente d’accordo con te, sentiti libera di tornare quando vuoi, sarai sempre la benvenuta >>.

Quando uscii da quella stanza tirai un sospiro di sollievo, ma durò poco, i paparazzi mi accerchiarono dopo pochi minuti; salii sull’auto e guidai alla volta del maniero Croft, la mia umile dimora.


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