[Fan Fiction] The Rising of the Moonflower – Capitolo 1

Il nome di quel fiore era “moonflower”.
Era una specia particolare, di giorno i petali restavano chiusi, di notte si aprivano sprigionando un leggero bagliore che li rendeva unici.
Erano i miei preferiti, e Tidus lo sapeva; per questo mi portava spesso in quel campo speciale.
Era una distesa immensa completamente ricoperta da quei fiori, attraversata da un piccolo fiumicello, il quale nasceva da una cascata su delle rocce lontane e irregolari.
Tuttavia, quella sera non riuscivano a rallegrarmi, perchè l’aria intorno a noi era tesa; Tidus era teso. Aveva qualcosa di particolare da dirmi che lo agitava.
Non disse nulla per tutto il tragitto, e, quando arrivammo, si diresse subito verso il ruscello, dandomi le spalle. Mi avvicinai da dietro e gli cinsi il busto con le braccia.
– Sei teso, devo cominciare a preoccuparmi? – gli chiesi.
Mi prese le mani, sempre voltandomi la schiena.
– Cosa te lo fa pensare? – mi domandò a sua volta.
– Non sei mai stato così silenzioso come oggi, e dire che di brutte esperienze ne abbiamo già passate tante – il mio tentativo di sdrammatizzare andò a vuoto.
Conoscevo Tidus da quattro anni ormai, ed era sempre stato un ragazzo allegro e spigliato, in contrapposizione alla mia riservatezza. Eravamo una coppia davvero bizzarra e inusuale, ma forse era questo che ci rendeva unici. Nonostante avessimo attraversato parecchie avventure, che spesso seguitavano a dividerci, ci eravamo sempre ritrovati, con i nostri caratteri contrapposti.
Era tornato mesi prima, dopo una scomparsa traumatica, per quanto mi riguarda. Lo cercai per due anni, lo cercai per mari e monti, letteralmente, lo cercai in ogni angolo di Spira, ma solo una volta giunti alla pace, e sconfitto Vegnagun, gli intercessori lo riportarono da me. Raggiunta la pace, perlomeno per il resto del mondo. Della mia ancora non si vedeva traccia.
– C’è qualcosa di cui devo parlarti, Yuna – la sua voce mi riportò al presente, quasi angosciandomi. Non era mai un buon segno quando mi chiamava così.
– Tidus…guardami – si voltò e lo guardai negli occhi.
– Cosa c’è di così importante da renderti triste? – la desolazione e la tristezza erano le uniche cose che occupavano i suoi splendidi occhi azzurri.
– Yuna…- non riusciva a proseguire, lo vedevo. – Sediamoci.
Mi sedetti di fianco al ruscello, e presi un fiore tra le mani.
Lui provò a stare seduto qualche istante, ma era talmente agitato che subito si rialzò.
– Ti ricordi la folla che c’era la settimana scorsa alla partita di blitzball?
Il blitzball era lo sport ufficiale di Spira, molto apprezzato e seguito, e la squadra di Besaid era la Besaid Aurochs, in cui Tidus aveva il ruolo di attaccante. Era veramente fenomenale, aveva una sua tecnica unica che andava sempre a segno.
La settimana prima c’era stata la partita tra gli Aurochs e i Luka Goers, acerrimi rivali. I Nostri avevano vinto per due a zero, il che era un gran risultato, dato che i Goers non smettevano mai di allenarsi, al contrario degli Aurochs. Era stata una partita molto seguita, sia allo stadio che attraverso i media, a quanto mi avevano detto.
– Certo che mi ricordo, non c’era un solo posto libero. –
– Ecco, non c’erano solo spettatori – camminava avanti e indietro e si sfregava nervosamente le mani. – C’erano questi… agenti, per così dire. Venivano da Luka, cercavano nuovi giocatori.
Mi guardò, sperando che io capissi cosa intendesse dire, e risparmiandosi così il dolore di dirlo ad alta voce.
– Dopo la partita, mi chiamarono e parlammo per ore – proseguì. – Mi hanno offerto un posto nei Goers.
Inizialmente, non capii bene quelle parole. Pensavo che fosse un buon affare il fatto che lo ingaggiassero in un’altra squadra. Poi arrivò la consapevolezza di ciò che il trasferimento comportava: sarebbe dovuto partire, andare a miglia e miglia di distanza, e soprattutto nella squadra avversaria a quella dei suoi più fidati amici. A quel punto, arrivarono tutte le emozioni. Tradimento, timore per il futuro, dolore e rabbia. Come poteva lasciarmi così, dopo essere sparito per due anni? Come poteva tradire i suoi amici e la sua città adottiva?
Si accorse di questo mio cambiamento dal fiore che avevo in mano, si era trasformato in frammenti di petali. Li lasciai cadere a terra e mi alzai. Questa volta fui io a voltargli le spalle e a guardare verso il torrente.
– Yunie, posso capire che tu sia arrabbiata adesso – abbozzò. – E’ davvero una grande opportunità, ma non ho ancora detto che accetterò.
Mi posò le mani sulle spalle, che io scrollai.
– Come puoi anche solo pensare a una cosa del genere? – sussurrai. – Come puoi pensare di tradire così la tua squadra? Di tradire così i tuoi amici? Come puoi pensare di lasciarmi ancora, dopo il tormento di quei due terribili anni?
Man mano che le domande fluivano, il mio tono di voce s’alzava, e mi ritrovai così a fissarlo negli occhi e a sentire l’eco delle mie grida.
– Non smetterai mai di rinfacciarmi ciò che gli intercessori avevano designato, vero? – non lo disse in tono d’accusa, ma con una dolcezza che mi spezzo il cuore ancor più della rabbia che mi aspettavo. La mia risposta fu, tuttavia, molto diversa da quella che lui prevedeva.
– E’ una tua scelta, per il tuo futuro, quindi spetta solo a te compierla, senza interferenze da parte di nessuno, tantomeno da me. – Il mio tono celava perfettamente ciò che provavo, dopo anni di addestramento, quando cercavo di non far vedere agli altri quanto soffrivo per la mancanza di Tidus.
Sentivo le lacrime che premevano per uscire, e non potei fare altro che voltarmi e tornare a casa. La mia casa, ma a quanto pareva non più la sua.


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