[Fan Fiction] Struggle Through Life Capitolo 6 Forks Vs Phoenix

La sera seguente Edward suonò il campanello di casa Swan alle 19:30, sperando che lo sceriffo non gli facesse il terzo grado. Bella aveva già detto a suo padre con chi sarebbe uscita e lo aveva pregato di non imbarazzarla davanti ai suoi amici, anche se l’unico che conosceva già era Edward, ma non c’era bisogno che Charlie lo sapesse e decidesse che non poteva uscire con degli sconosciuti. Il nome dei Cullen, inoltre, era servito a farlo stare più tranquillo: conosceva il dottore come una brava persona e pensò che anche i suoi figli non dovevano essere da meno.

Edward dovette aiutarla a salire sull’enorme Jeep rossa: l’automobile di cui Emmett andava molto orgoglioso, nonostante non fosse nuovissima. Alice salutò Bella con entusiasmo e quasi si spostò sul sedile posteriore per abbracciarla, Jasper, seduto alla guida, le strinse la mano, pacato.

“Emmett e Rose avevano da fare, ma Emmett è stato così gentile da prestarci la Jeep!” Le disse Alice.

Lei ed Edward si scambiarono uno sguardo; mentre andavano a prendere Bella, Alice gli aveva raccontato che Rosalie non ne aveva voluto sapere di aggregarsi alla serata, e aveva accampato la scusa che lei ed Emmett avessero di meglio da fare, al che Emmett aveva detto qualcosa del tipo “davvero?”, ma allo sguardo di ghiaccio di lei si era subito corretto e aveva offerto loro di prendere la Jeep.

Jasper aveva scherzato sul fatto che, così, almeno i due avrebbero potuto sfruttare l’occasione delle camere libere. Questo fece sorridere Ed, e lo convinse ancora di più di non essersi sbagliato sull’osservazione fatta alcuni giorni prima ad Alice.

“Non ero mai salita su una macchina del genere!” Osservò Bella, non senza entusiasmo.

“Appena conoscerai Emmett, capirai quanto sia adatta a lui”. Disse Edward.

Avevano scelto un piccolo ristorante in centro e non impiegarono molto ad arrivarci, non appena furono seduti, Alice cominciò ad animare la conversazione ancora di più di quanto non avesse fatto in macchina: “Com’è Phoenix?” chiese a Bella.

“Assolata, anche se dalla mia carnagione non si direbbe”.

“Già, potresti passare benissimo per una che ha sempre vissuto qui!”

“A Phoenix ci si riesce a perdere tra la folla”.

“Al contrario di qui, in cui tutti conoscono tutti”. Disse Edward.

“A chi lo dici! Noi ci stiamo ancora abituando a questo. Bella, tu che ne pensi di Forks?”

“Il clima di qui non è il mio ideale, ma sarebbe una scusa in più per stare a casa a leggere un libro”.

“Ti piace leggere?” chiese Jasper.

“Direi che è la sua attività principale”. Disse Edward sorridendo. Bella e Jasper si misero a parlare di libri, l’argomento aveva suscitato subito l’interesse del ragazzo, anche lui era appassionato di lettura.

Bella chiese ad Alice e Jasper dove vivessero prima di trasferirsi a Forks.

“Itacha, vicino New York. Bel posto, pieno di universitari, c’è la Cornell University”. Rispose lei.

“Sicuramente meno noioso di qui”. Osservò Edward.

La cena proseguì tranquilla, fra qualche risata, alla fine i due ragazzi pagarono il conto, nonostante l’insistenza di Bella che avrebbe voluto pagare la sua parte, che terminò quando Edward le disse risoluto: “Non se ne parla”.

Mentre riaccompagnavano Bella a casa, alla radio trasmisero My Immortal, degli Evanescence ed Alice, elettrizzata, disse che Jasper la suonava spesso per lei.

“Che strumento suoni?” Chiese Edward a Jasper, stranamente non sapevano ancora di avere questa passione in comune.

“La chitarra, niente di speciale”.

“Non essere modesto, – lo incoraggiò Alice e si rivolse ad Edward e Bella – è bravissimo”.

“Edward suona il piano!” Disse Bella.

I due ragazzi iniziarono a parlare di musica, scendendo anche in dettagli tecnici; Alice cercò di trovare un argomento di conversazione per lei e Bella; fu delusa di sentire che non amava lo shopping, le stava quasi per proporre di andare a fare compere insieme, poi disse divertita: “Fra tutti e due, avete più cose in comune con Jasper di chiunque abbia mai incontrato!”

Tutti risero, Bella le disse: “Alice, non mi dispiacerebbe un’uscita fra ragazze, comunque”.

“Ci volete scaricare?” Chiese Edward scherzoso, le ragazze risero di gusto e Jasper alzò gli occhi al cielo, mentre si fermava davanti casa di Bella, che disse: “E’ stata davvero una bella serata, mi ha fatto piacere conoscervi”.

“Anche a noi, posso ufficialmente dire che hai superato le mie aspettative; Edward mi aveva parlato bene di te, ma pensavo esagerasse!”

“Sei troppo gentile Alice”. Le disse Bella, imbarazzata; la ragazza scrollò le spalle. “Spero di rivedervi”. Aggiunse Bella.

“Certo, noi avremo la nostra uscita fra ragazze e la prossima volta faremo qualcosa tutti insieme, stavolta anche con Emmett e Rosalie”. Disse Alice.

“Non è necessario, voglio dire, se loro due non possono venire…” Bella evitò di dire non vogliono, Edward le aveva parlato di quanto a Rosalie non interessasse conoscere gente nuova.

“Sciocchezze, ci penserai tu a trascinare il sederone di Emmett con noi la prossima volta, vero Jazzy?” Chiese Alice a Jasper, che sorrise ed annuì sicuro.

“E dove va Emmett…” disse Edward, “…va anche Rose”. Concluse Alice.

Edward si offrì di aiutare Bella a scendere, andò ad aprirle lo sportello e le diede una mano per saltare giù dalla Jeep troppo alta per lei.

“Accompagnala pure alla porta, noi ti aspettiamo”. Gli disse Alice.

Alla porta Edward le chiese: “Ti sei divertita davvero?”

“Si, davvero”. Gli assicurò Bella.

“Non ci sono stati sbaciucchiamenti, hai visto?”

“Mi sa che ci sono adesso”. Bella indicò verso l’auto con un cenno della testa, sorridendo.

“Beh, adesso non conta, si sono comportati bene tutta la sera, gli spetta, e non ci siamo noi ad assistere”.

“E’ vero. E anche tu ti sei comportato bene tutta la sera”.

“Non è stato facile, perché morivo dalla voglia di baciarti…” Le disse Ed, con il suo solito sorriso sghembo. La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, Edward la baciò, ma cercò di mantenere il bacio innocente e più breve di quanto avrebbe voluto, nel caso il capo Swan li stesse osservando.

“Edward, quando potrò ascoltarti suonare il piano?”

“Fammi pensare quando puoi venire a casa mia, ok?”

“Presto?”

“Presto, promesso. Buonanotte Bella”.

“Notte”.

Bella entrò in casa; Ed tornò in macchina, schiarendosi la voce per richiamare l’attenzione dei ragazzi che, impegnati in altre attività, non si erano accorti di lui.


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