[Fan Fiction] La Leggenda di Black Cat – Capitolo 4: BlackBeard

Il magnifico tramonto colorava di tonalità calde le rocce e la sabbia dell’isola di Scoundrel’ Pit, covo del pirata Edward Theach il suo soprannome era dovuto alla folta barba e i capelli neri che gli davano un’aria selvaggia resa ancor più verosimile da piccole micce infilate tra i riccioli della barba e dei capelli. Prima di salpare Kat aveva sostituito lo sloop malandato con un brigantino a palo, ribattezzandolo sempre Wind Dancer: gli abitanti del forte volevano ringraziarla per l’aiuto. Prima di attraccare la donna prese dalla stiva per lei e l’equipaggio un intero barile di grog, armi bianche e barilotti di dinamite da lanciare contro le possibili fortificazioni dell’isolotto: non sarebbero bastati i nuovi 20 cannoni della Wind Dancer.
Quando la nave attraccò Katarina andò in avanscoperta esplorando il covo di Barbanera: camminando sulla spiaggia trovò ciò che rimaneva di una balenottera spiaggiata. Le ossa lambivano la calda e dorata sabbia, e sulla linea dell’orizzonte s’intravedevano le vele rosse della Guardia Cremisi: bisognava agire in fretta.
Aveva sentito strane storie su Barbanera: dicevano che era in grado di essere in due luoghi diversi usando la magia. Notò sul piccolo sentiero dei massi uno vicino all’altro in maniera tale da disegnare un cerchio. Si avvicinò, notando degli strani simboli tra il blu e il violaceo sulle pietre. Sembrano rune, poi ebbe l’illuminazione: quello forse era uno dei cerchi magici che utilizzava Barbanera. Bisognava capirne il sistema per attivarli però…Improvvisamente notò di non essere sola. Membri della ciurma del pirata erano pronti ad attaccarla. Kat sapeva usare due sciabole, una per mano, e la sua abilità di spadaccina la ricompensò: dai corpi degli uomini recuperò monete e qualche gioiello. Dovevano essere usate per le spese di riparazione della Wind Dancer, non potevano sempre arrangiarsi. Per parecchio non incontrò difficoltà nell’addentrarsi nella piccola isola, finché vide le fortificazioni con montati sopra dei piccoli cannoncini dalla breve gittata. In fondo alla radura dove vi erano le fortificazioni un nutrito gruppo di pirati era di guardia a quello che sembrava un altare. Vi erano delle colonne e dei bracieri, ma la cosa più particolare era che oltre le colonne vi era la nuda roccia, sul terreno ancora quelle pietre messe a cerchio. Qualcosa però fuoriusciva dal terreno, un vapore sul violaceo.
Dev’essere uno di quei famosi passaggi che usa Barbanera, pensò Kat. Fece un veloce calcolo e organizzò il suo agguato: aveva abbastanza barilotti da distruggere quelle piccole fortificazioni, ma doveva essere veloce nell’eliminare anche le sentinelle. Si acquattò e non appena il cannone girevole della fortificazione cambiò bersaglio lanciò il primo barilotto: subito dopo altri due, e un rumoroso boato fece saltare per aria la modesta costruzione. I marinai ovviamente udirono il frastuono ma Kat lanciò altra dinamite contro di loro, facendo esplodere così anche le successive fortificazioni.
Infine raggiunse il piccolo dirupo dove aveva visto lo strano altare. Cautamente si avvicinò alla strana fiamma proveniente dal terreno, notando dei simboli sulla sabbia: teschi neri. Quindi era arrivata. Con le sciabole alla mano entrò nel cerchio, e la strana essenza violacea l’avvolse, trasportandola nel covo di Barbanera.

Si ritrovò in una piccola radura poco lontana dal mare, al centro di Scoundrel’ Pit. Di fronte a lei si ergeva un omone enorme, la massa corporea oscurava Katarina di ben tre volte. Era lui. “…Tu hai la Chartstone per le isole… dammela e facciamola finita.” lo minacciò Kat con una voce tranquilla, armi in pugno.
“… Piangerai per avermi minacciato! Ti distruggerò, parola del terribile Barbanera!”
Kat, dopo aver sentito la risata perfida del pirata aggiunse. “E così sia… vediamo chi manterrà la parola! O tu, od io” La donna aveva ancora alcuni barilotti, le due sciabole e alcuni coltelli da lancio, ma la forza fisica di Barbanera si fece sentire. Per parecchio tempo i due lottarono alla pari, finché Kat notò uno strano luccichio azzurrognolo che avvolgeva la spada di Barbanera. Era veramente un mistico. La donna parò e contrattaccò, cercando di evitare le stoccate avversarie. Venne ferita superficialmente, ma possedeva delle armi che potevano avvantaggiarla: rapida si allontanò per prendere fiato, delle piccole palmette sbucavano dalla sabbia dorata e Kat le usò per avere un piccolo scudo tra lei e l’uomo. Infine lanciò i coltelli rimasti e l’ultimo barilotto. Infine Barbanera barcollò gemendo, inginocchiandosi e spirando. Kat, dopo aver ripreso fiato, si avvicinò al cadavere. Frugò nelle tasche e trovò ciò che cercava. La Haunted Chartstone: una mistica mappa che permetteva di viaggiare e aprire rotte sconosciute. Quella in particolare segnava la rotta per un piccolo arcipelago chiamato Haunted Island. Il disegno sembrava ad opera di Mara Rosseau, ed era chiaramente un pezzo di una mappa ancora più grande. Si salpava di nuovo.


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