[Fan Fiction] La Leggenda di Black Cat – Capitolo 16: The original Wind Dancer

Le onde s’infrangevano sullo scafo della Wind Dancer, il sole quasi giunto al crepuscolo rendeva gli uomini più freschi dopo quella giornata di calura in alto sulle sartie e per controllare l’artiglieria per ogni possibile attacco di Hawke. Guardò il grande forziere vicino all’albero di mezzana, il suo contenuto era molto importante. Dopo alcune miglia diede l’ordine di gettare l’ancora di dritta, e il mare nei pressi della fregata iniziò a ribollire. In un tripudio di spruzzi d’acqua marina apparve Re Nettuno.
“…Sei tornata, Katarina De Leon..” la piratessa s’inchinò.
“vostra Altezza, ho recuperato tutte le mistiche stelle.” raggiunse il forziere, mostrandole appena un membro della ciurma aprì il pesante coperchio.
“…Bene, Katarina…ora è giunto il momento che mantenga la mia promessa..” alzò le mani al cielo, richiamando a sé i poteri delle tempeste. In un bagliore di luce dalle profondità marine apparve un enorme galeone dalle vele nere, prima ridotto a un relitto per poi tramutarsi in uno splendido vascello. Katarina era senza parole.
“…? la nave di mia madre! ? la Wind Dancer originale!” rapida prese una cima e salì sulla nave: un potente galeone, un poderoso veliero da guerra progettato per affrontare la navigazione oceanica. Con il nome “galeone” si intendeva una galea minore, spinta da 60 – 80 remi utilizzata come avanscoperta della flotta. Il galeone vero e proprio nacque come evoluzione della galea, allo scopo di unire la grande maneggevolezza di quest’ultima a doti di robustezza necessarie alla navigazione oceanica. Rispetto alla caracca, il galeone aveva dimensioni maggiori, in genere lunghezza tripla rispetto alla larghezza, la quale era doppia rispetto all’altezza. I galeoni minori avevano tre alberi; l’albero di maestra ospitava tre vele quadre, la vela di maestra, la vela di gabbia (una vela dell’albero maestro usata sulle navi attrezzate a vele quadre) ed il velaccio (penultima vela quadra dell’albero di maestra partendo dal basso) di maestra, eventualmente seguita da un controvelaccio (la vela più alta dell’albero di maestra, inferita al pennone di controvelaccio posto all’estremità superiore dell’albero). La columbrina, chiamata anche volgarmente cannone a mano, era una canna era incastrata su una assicella ed essa era usata come una balestra; le palle erano grosse quanto una noce. La prima batteria era formata da una ventina di pezzi da 18 libbre. Sul ponte di coperta una seconda batteria ospitava semicolubrine da 10 o 9 libbre. Il cassero ed il castello potevano avere pezzi minori, eventualmente brandeggiabili. L’equipaggio era composto da trecento uomini che mangiavano e dormivano sui ponti di batteria, mentre gli ufficiali alloggiavano a poppa. “…Ora vai, Katarina… con la nave di tua madre puoi sconfiggere Hawke. Vai, Katarina De Leon, e incontra il tuo destino…” fu l’ultima frase del signore dei mari prima di sparire negli abissi.


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