[Fan Fiction] La Leggenda di Black Cat – Capitolo 10: Hawke’s attack

Il Witch Doctor era stato chiaro: senza le maschere non poteva eliminare la maledizione del Woodoo Master. Katarina non sapeva dove cercare; due maschere erano in suo possesso… ma le altre? Erano intanto giunti a un’isola chiamata Vulcan’s Belly, e il nome non era stato scelto a caso. Era un vulcano spento che aveva generato quell’atollo in mezzo al mare, e al suo interno vi era un forte conquistato da Hawke. Katarina voleva vedere in volto quell’uomo spregevole, l’assassino di suo padre e, forse, anche di sua madre. Non aveva idea del suo aspetto, sapeva solo che era a capo della Guardia Cremisi.
Nei pressi del forte vi era un cantiere navale, e nel bacino di carenaggio vi era un brigantino a palo pirata. Il nome poteva trarre in inganno ma il brigantino era più manovrabile della fregata. Quella nave era un pericolo per Katarina.
“…Ci aspetta una bella sfida.” e salì sulle sartie.
“…Rotta verso quel dannato forte. Preparate le batterie, aprite i boccaporti e tenetevi pronti al fuoco!” ordinò, la Wind Dancer controvento era piuttosto lenta, al contrario del brigantino pirata. Entrambe sottovento raggiungevano i 13 nodi. Il brigantino iniziò con qualche bordata per aggiustare la mira. Avevano 24 pezzi d’artiglieria contro i 40 della Wind Dancer, ma avevano dalla loro parte i cannoni del forte. Quando la Wind Dancer ebbe sotto tiro il brigantino aprì il fuoco, seguita dalla nave nemica. Erano entrambe lontane dalla distanza di fuoco del forte, nessuna delle due navi voleva essere colpita. Un improvviso colpo di vento, benevolo per la Wind Dancer, le gonfiò le vele facendone aumentare la velocità e speronando con il grande bompresso il lato di babordo del brigantino. La Wind Dancer si liberò quasi per magia prima che il brigantino saltasse per aria e affondasse. L’equipaggio e la stessa Katarina non comprendevano come era potuto accadere una cosa del genere: sembrava che “qualcosa” avesse aiutato la Wind Dancer.

Una volta sbarcati Kat continuò la perlustrazione dell’isola, rigogliosa di piante da frutta e palme. A differenza delle altre però, Vulcan’s Belly aveva la terra rossastra e una folta vegetazione. Possedeva una baia naturale protetta per via della conformità geofisica, ideale per le navi alla fonda.
Durante l’esplorazione Katarina s’imbatté in uomini e donne della Guardia Cremisi, e quest’ultime erano armate di pistole a moschetto. Kat aveva dalla sua parte un’agilità fuori dal comune, e riuscì ad averla vinta non con facilità però. La sorveglianza sulle varie isole dei Cinque Mari era aumentata sia a terra che in mare.
Vulcan’s Belly non aveva nulla da offrire, ad eccezione di un’antica spada sepolta, la Sword of the Loa”: Il termine Loa è difficilmente traducibile, sebbene spesso gli venga attribuito il significato di “Misteri” o di “Invisibili”. Sono gli spiriti della religione woodoo praticata sulle omonime isole. I Loa non vengono solamente pregati, ma anche serviti e accontentati con sacrifici, danze o simboli che rispecchino il gusto personale di ogni spirito. La ricerca delle maschere continuava.

Una volta in mare, diretti all’isola di Gull Reef, Katarina scrutò l’orizzonte col binocolo dalle sartie. Ciò che vide l’allarmò: non una nave qualsiasi, ma il vascello di Hawke, la sua nave ammiraglia.
“…Maledizione! É Hawke! Aumentate le vele, veloce!” urlò, ma il vascello di Hawke era molto più veloce, e in breve affiancò la Wind Dancer.
“…Che fortuna trovarti qui, Katarina. Un altro capitano che affonderà in fondo al mare. Arrenditi ora!”
Katarina lo fissò con odio: finalmente lo vedeva in volto. Un uomo non più giovane, aveva lunghi capelli bianchi e una benda sull’occhio. La cosa che la inquietava di più era ciò che possedeva al posto della mano destra: un uncino. Indossava un vistoso cappotto color rosso acceso, che ben s’intonava col suo desiderio di spargere sangue.
“…Mai!” urlò, ma Hawke sembrava prenderci gusto.
“…Arrenditi ora, non lo ripeterò… se lo farai avrai salva la vita.”
“…Hai colonizzato tutti i Cinque Mari… che cosa vuoi ancora?”
Hawke ribatté secco:
“…Le Chartstones, Katarina. Dammele!” ringhiò. Katarina si allontanò dal timone agitando la spada, e ringhiando a sua volta:
“…Tu… colui che ha ucciso mio padre!”
“Arrenditi!” urlò ancora Hawke.
“Ora!” ribatté Katarina, e i cannoni della Wind Dancer esplosero, distruggendo l’albero di mezzana e danneggiando parte di quello maestro del vascello di Hawke. La Wind Dancer riuscì ad allontanarsi. “Uomini! Inseguite quella dannata! Avrò ciò che voglio, Black Kat. Braccia al trinchetto!” ordinò lui.
“Combatti, Hawke! Abbi il coraggio di farlo!” lo minacciò Katarina dalle sartie e agitando la sciabola del Loa, mentre la Wind Dancer abbandonava il luogo della battaglia consapevole di essere solo all’inizio.


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