[Fan Fiction] The Ultimate Weapon : Capitolo 7

“Salute a voi, fedeli discepoli del final fantasy 9 (e anche altri, perchè no?) e fedeli seguitori del sottoscritto, il vostro “THE ALEX” fflover89. Aspettando di capire in quale carattere pubblicherà questo capitolo il programma nvu o il sito ( a stò punto nn sò a chi dare la colpa…), vi invito alla lettura di questo nuovo capitolo!”


Carissima Daga, Ti chiedo di scusarmi per non essere presente alla tua bella festa: mi sarebbe piaciuto venire, ma Eiko aveva bisogno del mio aiuto a Madain Sairi, i cui lavori di restauro procedono a gonfie vele. Il motivo per cui t’invio questa mia, è a causa delle condizioni di Gidan. Come penso tu sappia, quattro anni orsono alla fine della vostra lotta contro il male, il tuo ragazzo (non arrossire, tanto so che è così!) è caduto in coma magico per quasi due anni. Quando si svegliò, non ho potuto trattenerlo dal correre da te, ma non è di questo di cui devo parlarti: dalle analisi che ho fatto dei campioni del suo sangue, ho notato che il coma è stato causato da una sorta di gas che si è intromesso nel corpo di Gidan. Grazie ai nostri poteri combinati siamo riusciti a non farlo diffondere ulteriormente. Ma dopo un po’ di tempo, ho visto che il gas ricompariva! L’ultimo campione di sangue che ho in mio possesso ha evidenziato questo cambiamento. Fisicamente lui è rimasto uguale, anzi sembra che l’esperienza lo abbia reso in qualche maniera più forte. Non credo che il gas possa avere effetto anche su di te, anche se non ho controllato liquidi diversi dal sangue e dalla saliva… tutto quello che ti chiedo, però è di stare attenta. Il suo corpo potrebbe essere debole contro certe entità che adoperano controlli telepatici. So che sei una specialista nella magia sciamanica. Se puoi proteggerlo in qualche modo fallo. Non ho voluto chiederlo a Eiko perché è ancora troppo giovane per sapere usare bene certe magie. Se riuscissi a leggere questa lettera prima della partenza di Gidan te ne sarei grata. Altrimenti aspetta il suo ritorno. Mi dispiace dirtelo, ma dopo il recupero della spada deve venire qua nel continente esterno per un problema. Salutandoti, spero tu riesca a scusarmi.

Mikoto.”

Ricevendo questa lettera Daga si preoccupò non poco: conosceva bene il rischio che il suo amato correva. Ricordava il controllo mentale che Kuja aveva esercito sulla madre. Anche se parziale, l’aveva mutata in una dominatrice assetata di potere. Si ricordò anche delle parole che Gidan in un momento di grande crisi esistenziale a Tera gli aveva rivolto:

«Sono solo un recipiente vuoto…»

Passarono giorni, e settimane. Daga cominciava a stufarsi di quell’attesa. Però sapeva in cuor suo, che il suo ragazzo sarebbe tornato presto, e che sarebbe stato tutto per lei almeno per sei mesi. Nel frattempo Daga s’impegnava nell’organizzare la costruzione di nuovi quartieri per le classi basse. Fondi purtroppo non cene erano e di certo non poteva chiederne ai regni alleati che ne erano poveri, proprio come il suo: chiese quindi aiuto alla classe nobiliare di Alexandria, che si era in parte trasferita a Toleno. Pochi accettarono di dare il loro contributo, e quelli che lo facevano donavano ben pochi guil. L’unica maniera per far scorrere di nuovo denaro, era riaprire l’asta di Toleno che per molto tempo era rimasta chiusa, sotto l’accusa di collaborare con Kuja. Fu quindi trovato un nuovo banditore, e fu restaurata la vecchia ala adibita alle aste della Maison de Roi. Per invogliare i nobili a partecipare alle aste, il dottor Totto fu incaricato di trovare degli oggetti tra i magazzini della vecchia Maison che potessero essere messi all’asta. Il ricavato fu quindi devoluto per costruire il nuovo quartiere di Alexandria. Quando però si sparse la voce che i pezzi dell’asta appartenevano alla Maison de Roi, molti nobili s’indignarono, ma in compenso si tennero ben lungi dal rifiutare gli oggetti vinti. In questo momento venne in mente a Daga un’idea: chiedere ai Tantarus di mettere all’asta alcuni dei loro bottini.

Come il proverbiale cacio sui maccheroni, il giorno stesso, Gidan tornò ad Alexandria. Daga sentì il portone dell’androne che si apriva, e che sbatteva fragorosamente sulle pareti. Sentendosi il cuore in gola, si precipitò giù per le scale, pronta a riabbracciare il suo innamorato, che non vedeva da quasi un mese. Giunta nell’androne vide la familiare figura di Gidan incappucciata e ricoperta da un mantello nero, con una spada lunga fissata alla schiena da una cinghia. Sembrava avere un’aria stanca, era piuttosto pallido. Si abbracciarono, e rimasero così per qualche secondo. Posandola a terra le disse senza togliersi il cappuccio:

«Sono tornato, Daga. Finalmente.» aveva una voce un po’ più profonda del solito, notò lei. «Spero che i Tantarus non ti diano altre missioni così pericolose: non sai quanto fossi in pensiero per te!»

Gidan sembrò un po’ interdetto, come se non sapesse che cosa dire:

«Mi dispiace che tu ti sia preoccupata, Garnet. Farò in modo che non ci disturbino più: parola di Gidan» e fece per baciarla. Daga si avvicinò e sfiorando la sua bocca gli disse:

«Sì… peccato che tu non sia Gidan!». Daga prese da sotto la gonna, la sua vecchia asta “pinna di balena” e lo colpì in pieno stomaco: prima di scendere le scale, lo aveva visto coprirsi con circospezione la testa con il cappuccio, ma non ci fece caso. Poiché, comunque, emanava una “presenza” troppo diversa da quella del suo amato e che l’avesse chiamata con il nome di battesimo, lo indusse a colpirlo con l’asta che portava sempre con sé, sicura che fosse in realtà qualcun altro. Piegandosi dal dolore, Gidan prese un altro vigoroso colpo sul mento, un altro sulla testa, e poi uno spettacolare calcio che lo fece volare via, facendogli perdere il mantello e il cappuccio che gli coprivano il volto. Invece di schiantarsi sul muro, cosa che sicuramente si sarebbe verificata, si fermò a mezz’aria e si riprese, strofinandosi la bocca sanguinante col dorso della mano.

«Sei poco documentato: solo in rarissimi casi lui mi chiama con il mio nome! Se volevi tentare di imitarlo hai fallito miseramente!»

«Non pensavo che il vostro rapporto fosse così avanzato…» disse colui che aveva le sembianze di Gidan. Improvvisamente arrivò Beatrix che vedendo l’essere sospeso a mezz’aria e la sua regina in posa da combattimento, sguainò la spada e chiese:

«Chi è costui, maestà? Vi ha fatto del male?»

«Non lo so… sembra Gidan, ma non è lui!» rispose Daga spaventata più per quello che aveva fatto, che per quello che stava vedendo.

«Beh, sembra sia inutile continuare a fingere, Regina Garnet.» disse l’individuo con una voce che era sia quella di Gidan, ma contemporaneamente era anche quella di un altro «E’ evidente che io non sia Gidan. O meglio, sono Gidan, fisicamente parlando. Mi avete già visto da qualche parte, ricordate? Andiamo, Regina, non ditemi che ancora non avete capito chi sono?!» Daga fece appello alla sua memoria: chi poteva essere qualcuno così potente da assumere un’identità così simile a un’altra persona? Scartò a priori gli Epitaph, quel mostro di Oeilvert che creava copie di chi aveva di fronte. Quelli non volavano. No, la sua presenza emanava un’aura malvagia che un doppione non poteva avere.

«…Trivia?» quasi mormorò Daga. L’interpellato fece un elegante inchino, quasi a complimentare l’intelligenza della ragazza.

«Ma perché assumere le sembianze di Gidan! Cosa gli hai fatto?» gli urlò. «Assumere le sembianze? Non guadagnerei nulla nell’assumere le sembianze di un altro, senza averne il potere. E questo corpo ha un immenso potere… ed io me ne sono impossessato!» sibilò Trivia. Daga assunse un’espressione disperata. La piccola parte di mondo che l’era rimasta, gli era istantaneamente crollata addosso.

«No… non è possibile. Gidan! Gidan, rispondimi! Rispondimi!» disse con la voce rotta dalla rabbia e dalla paura. Sentiva una profonda tristezza, e un profondo rancore dentro di se, ma non riusciva a piangere. La riscosse l’orrenda risata che Trivia gli fece:

«Patetici esseri mortali… provare dei sentimenti così controllabili come l’ira… o l’amore. Vi ho proposto la possibilità di vivere in un mondo privo di sentimenti e di paura, ma voi avete voluto continuare a credere nei vostri, come li chiamate, valori. Grazie a questo corpo, non mi accontenterò di distruggere il vostro mondo: creerò un nuovo Mondo dei Ricordi, nel quale instaurerò le memorie del mio nuovo dominio! Ovviamente dopo aver ucciso tutte le creature presenti su questo pianeta. E ho già in mente qualche idea. Ma prima… ho intenzione di vendicarmi di coloro che mi hanno impartito il dolore della sconfitta… per la prima volta dopo millenni!»

Il corpo di Gidan mutò di colore: i capelli divennero blu, gli occhi color del ghiaccio, la pelle di un pallore mortale; i vestiti assunsero una forma e uno stile irriconoscibile dai classici abiti da ladro che Gidan usava indossare: un completo simile a un’uniforme da soldato gli cinse il corpo dei guanti ferrati con foggia di drago, gli comparvero sulle mani, e degli stivali decorati con disegni mostruosi gli si allungavano fino alle ginocchia. La spada si spostò dalla schiena sul fianco di Trivia, e la cinghia, divenne un’ elegante cintola di pelle scura. Vedendo quel successivo cambiamento nel corpo di Gidan, Daga si accasciò sulle ginocchia con gli occhi sgranati e lucidi. Trivia ghignando allungò il braccio nella sua direzione, e caricò l’incantesimo. Beatrix che stava ancora ferma, decise di entrare in azione, ma non poteva coinvolgere la regina nell’imminente combattimento.

«Maestà, scappi! Presto!» gli urlò. Ma Daga era come paralizzata. Trivia stava lentamente caricando il suo attacco allungando, pensando, la sua sofferenza.

«Mia Regina!» insistette. Garnet continuava a rimanere immobile «Daga!» urlò più forte la shogun. All’urlo del suo soprannome, Garnet si riscosse e lasciando cadere l’asta, iniziò a correre verso il portone, ma era troppo lenta. Trivia decise di colpirla alle spalle, e un raggio nero partì dalla sua mano. Con un rapido movimento, Beatrix s’interpose tra l’attacco e la schiena della regina, e parò il colpo.

«Maestà, scappi. Mi occupo io di lui!» gli disse la donna. Poggiò la mano sulla lama, che venne circondata da dei cerchi di energia che si raggrupparono in un punto unico: la magia venne scagliata a velocità incredibile contro Trivia che si illuminò improvvisamente e si schiantò contro la parete, facendo tremare le stanze vicine. Non dandogli tempo di riprendersi Beatrix saltò contro il nemico e affondò dei colpi ma Trivia riusciva abilmente a schivarli e a deviarli con le mani. Innervosendosi, Beatrix fece illuminare di rosso fuoco la sua “Save the Queen” e colpì: delle enormi forme circolari partirono dalla spada, lasciando profondi solchi sui muri e sui pavimenti di marmo. Trivia non si muoveva. Era riuscito a fermare con ambo le mani l’attacco, lasciando stupefatta Beatrix, che venne colpita da una forte esplosione di energia che la scagliò lontano. Rialzandosi dolorante, vide Trivia che ancora a mezz’aria disse:

«Non mi sembra questo, né il momento né il luogo per la mia vendetta. Sarò io a dare le regole per il nostro prossimo incontro. Se volete fermarmi, venite all’Abisso dei cristalli… avrò una bella sorpresa per voi. Sempre che non siate… impegnati.» e semplicemente scomparve.

La shogun, cercò di riprendere fiato e dolorosamente si alzò da terra zoppicando. Aveva tutto il vestito bruciacchiato, e una brutta scottatura sulla spalla. Il cling clang dell’armatura di Steiner si avvicinò più ritmato che mai, e aiutò a sollevare la sua dama.

«Beatrix, perdonate il ritardo! Appena ho visto la principessa correre per i corridoi del castello con quell’espressione sul volto, ho capito che c’era qualcosa che non andava! Dov’è quel brigante?» disse il cavaliere, chiamando Gidan con il suo vecchio nomignolo.

«Steiner…» disse Daga che ancora scioccata, era rientrata nel salone appoggiata allo stipite del portone «Quello non era Gidan: era Trivia. Trivia ha preso controllo del suo corpo.»

«Cosa?! Ma è orribile! Come può essere accaduto! Gidan non è così stupido da farsi manipolare!» «Stupido no, ma incline forse sì… leggete qui.» disse con un filo di voce, porgendo a Beatrix la lettera di Mikoto. Poi ricominciò a parlare, con il mento che gli tremava.

«Me lo aveva promesso… in un mese sarebbe tornato da me. E lui è tornato. Non doveva essere così… perché, perché a lui… non avrei dovuto colpirlo. Se avesse coinvolto anche me nel suo controllo mentale, forse adesso sarei ancora con lui…»

«Non lo dica nemmeno per sogno, principessa: Gidan non avrebbe voluto vedervi dire cose del genere.» Daga notò che Steiner parlava del suo ragazzo al passato, come se fosse una persona morta da tempo.

«Può darsi… ma ormai…» e non riuscì a continuare. S’incamminò a lenti passi verso le scale e verso la sua camera. I due cavalieri rimasero intontiti a guardare la loro Regina senza pronunciare verbo. Non l’avevano mai vista così, neanche quando era diventata muta per il trauma ricevuto dalla distruzione di Alexandria. Dopo aver udito lo schianto della porta, e il rumore di una serratura che veniva chiusa, i due sentirono i ritmati singhiozzi del pianto di Daga.


“Povera Daga… devo dire che mi è presa a male solo al scriverla questa scena… purtroppo la nostra regina preferita è proprio sfortunata. Ma vedrete che avrà una delle più grandi fortune che possano capitare, e che sarà lei la chiave (no, non avete sbagliato prodotto della square…) della situazione. Ri-invio il mio invito a commentare, fatemi sapere i vostri pareri e i vostri consigli, e per carità, per favore lo chiedo, commentate se qualcosa non vi è del tutto chiara. Avrete risposta nel mio solito angolo alla fine del capitolo. eccolo qua:

baby91: WORLD LIFE?!?!?! COME WORLD LIFE!?!?!? Vuoi mettere cena in paragone al grande The Rock???? ;D Questi ragazzi di oggi… scherzo ovviamente, mi ha fatto piacere che hai messo una catchphrase di un wrestler alla fine del commento. Bè forse non è un magna magna, ma dato che ho due ottimi sostenitori, che non sono pochi per un racconto sul ff9, perchè non sognare? ahahahahah!! Poi il personaggio di Trivia ho dovuto per forza caratterizzarlo, sarebbe stato impossibile visto la scarsa apparizzione che ha fatto nel videogioco. è per questo che ho messo OCC. And that’s the bottom line, ‘cos ALEX said so (presa da Stone Cold Steve Austin.)

psyker: fiuuuu!! Che sollievo pensavo di essere negato nella descrizione dei combattimenti!! Bè bisogna dire che ci penso parecchio sul come descriverli, soprattutto cercando di inserire mosse simili a quelle del gioco. Riesci per caso a riconoscere le mosse che Beatrix lancia a Trivia in questo capitolo? Riguardo all’ Ultima, è una spada che appartiene a Trivia PRIMA che arrivasse nel mondo di cristallo. Poichè sul suo personaggio nn si sà praticamente nulla, ho creato intorno una storia mettendoci dentro anche un boss opzionale del gioco… chissà chi può essere un boss che ha che fare con delle armi…. MUAAHAHAHAHAHAAHAHH!!! Ringrazio per la stima, che contraccambio, e continua a sostenermi!!!

CIAAAAAAAAO A TUTTI!!!


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