[Fan Fiction] The Ultimate Weapon : Capitolo 11

Intanto, nel continente dimenticato, Trivia stava scrutando il terreno alla ricerca di qualcosa. Era già un’ora che scrutava quella piccola area alla ricerca di quel qualcosa. Forse era il caso di lasciare stare, erano passati troppi anni, e la città poteva essere benissimo stata distrutta dall’erosione. Quando fece per andarsene calpestò un sasso di una forma e di un tipo totalmente differente dalle altre. Tento di prenderlo, ma era incastrato a terra. Cominciò a scavare, e vide che non era una pietra: era la punta di una costruzione, un monumento forse. Sorrise malignamente, e lievitò a qualche metro dal terreno. Le erbacce ricoprivano tutto il paesaggio, tranne una zona intorno a quella punta che descriveva un cerchio. Concentrandosi, allungò la mano verso la zona circolare, e il terreno iniziò a tremare. La roccia viva si spaccò in due lungo il diametro del cerchio, e cominciò a sbriciolarsi; alla fine dell’incantesimo, Trivia vide una cosa che non si aspettava: il sasso non era un angolo di edificio, era la punta di un obelisco che sovrastava un disco di pietra, enorme, e si stupì nel vederlo. Si ricordava che in quel posto vi era un’antica città di guerrieri, non una strana costruzione che sembrava una piazza. Di solito però, le piazze avevano i palazzi intorno, invece questa no. Scese a terra e alla base dell’obelisco vide una scritta in caratteri antichi:

“Sotto questo sigillo di pietra, giace la città di Zerxex, potente signore della guerra. Il sigillo fu posto dal nostro popolo dopo averlo sconfitto decenni fa, per non permetterne la rinascita, e per evitare possibili pratiche negromantiche sui loro morti. Per le sue azioni gli è stata negata la morte così come la vita: quindi, visitatore, stanne alla larga perché qui sotto giace un demone che può avventarsi su qualunque incauto.”

Il resto era stato distrutto, ma quello che c’era scritto era abbastanza. Sguainò l’Ultima e si mise davanti all’obelisco: vibrò un colpo nell’aria, e l’obelisco cadde rovinosamente troncato di netto alla base. Sotto di esso vi era una gemma da cui scaturiva un enorme potere, un potere che Trivia non poteva non riconoscere: il flusso delle anime. Ma non era presente nella maniera e nel tipo dell’Albero di Lifa, oppure di Branbal: il gioiello, semplicemente controllava il flusso all’interno della città sigillata. Era questo che l’iscrizione intendeva con “evitare possibili pratiche negromantiche” e “negata la morte così come la vita”. Cos’era, però, una misera gemma, in confronto ad una spada che era stata creata per manipolare a piacimento del proprietario qualsiasi anima che passasse sotto il suo controllo? Trivia alzò la spada, si concentrò, e nel cielo nubi scure cominciarono a creare un vortice, dal cui centro cominciavano a scoppiare fulmini e lampi.

«Fiorente città di Zerzex, risorgi al comando di Trivia, dio della morte. Risorgi ai miei ordini, e vendicati dei mortali che ti hanno confinato per sempre dal mondo dei vivi e dei trapassati!» Al termine dell’incantesimo, un fulmine colpì in pieno la punta dell’Ultima e il suo colore da blu, passo al viola e forme amebiche verdi cominciarono ad avvilupparla e a permearla. Le forme avevano occhi e bocche, e urlavano per il loro dolore, allo stesso tempo contente perché avrebbero presto finito di provarlo. L’entità malvagia conficcò la spada all’interno della gemma, che da verde divenne blu e le forme spettrali incominciarono a entrare all’interno. Il fulmine continuava a colpire l’elsa della spada saldamente tenuta da Trivia, che sorrideva malvagio per il successo del suo disegno. L’afflusso degli spettri si fece sempre più potente, quando urlò:

«Sì… e ora, ancora una volta al mio richiamo… RISORGI!»

Girò poi la spada mettendola per orizzontale spaccando in quattro parti il cristallo: le spaccature continuarono per tutta l’area del disco di pietra. Quando Trivia estrasse la spada, il disco si disintegrò e le sue ceneri si dispersero nel vento. Improvvisamente divenne tutto calmo: le nuvole turbolente erano scomparse, e il fulmine magico non c’era più. Abbassando lo sguardo, persino lui fu meravigliato della spettacolare veduta: un’intera città scavata nella roccia, anche se non molto grande, si sviluppava in diversi strati, collegati tra loro da gradinate. Ogni livello a partire dal più basso diventava più piccolo, fino a raggiungere il primo, posto al centro della città: l’ultimo strato aveva in mezzo un imponente grattacielo spezzato a metà. All’interno si poteva ancora vedere la struttura del palazzo reale di Zerxex, il temibile signore della guerra che stava incominciando a capire il funzionamento del flusso delle anime, quando poi venne sconfitto e la sua anima e quelle dei suoi guerrieri furono confinati all’interno della città stessa, forse da coloro che avevano costruito il misterioso santuario di Oilvert, poco vicino. Trivia aveva conoscenza del fatto che quando ci fu il primo di fusione di Tera con Gaya, nonostante fosse fallito, certe zone del pianeta blu erano state trasferite nel pianeta rosso. Evidentemente questa città sigillata era anch’egli un rimasuglio della vecchia civiltà di Tera. Trivia scese alla base del palazzo, e di fronte a lui vide il portone distrutto da un pesante oggetto, probabilmente un ariete. L’interno non era messo meglio: molti piani erano stati distrutti come da un terremoto, e il terreno era cosparso di macerie irregolari di pavimenti decorati e statue monche. L’obiettivo di Trivia non era all’interno del palazzo, ma sotto. Ricordava bene ciò che era successo: i sacerdoti concessero alla popolazione della città sconfitta di creare un sepolcro per il loro re, e rifiutandosi di unirsi a loro come schiavi, si offrirono allo stesso incantesimo del loro capo e sovrano, rimanendo vivi, ma diventando di fatto morti. Con la telecinesi spostò le macerie in un angolo estremo dell’enorme atrio principale, ri-scoprendo così il suolo dopo molto tempo. Chiuse gli occhi, e usò la capacità di Gidan di riconoscere le auree magiche. Quel corpo diventava sempre più utile. Riconobbe immediatamente la magia che teneva al sicuro il corpo del re, defunto millenni prima. Creando un’apertura nel pavimento, discese nel livello segreto, che conteneva i resti dei precedenti sovrani. Se non fossero stati già consumati dal tempo, forse avrebbe potuto resuscitare anche loro. Al centro della cripta, vi era un sarcofago poggiato su una specie di altare, su cui vi era la figura scolpita del re, che teneva con tutte e due le mani, la sua scimitarra. La statua era il perfetto catalizzatore per la sua prossima magia: mise la punta dell’Ultima a contatto della lama impugnata dalla statua, e cominciò ad iniettarvi dentro l’ultima anima che quel fulmine gli aveva donato, la più forte. L’anima non trovò impedimenti a rientrare nel corpo mummificato del re, che venne distrutto e rigenerato all’interno della statua, per avere una forma più giovane. La statua cominciò a tremare, e delle crepe iniziarono a formarsi sulla sua superficie. Come un gargoyle, dalla struttura di pietra cominciò a fuoriuscire una forma di carne e sangue. Il re si liberò in fretta dalla sua prigione, urlando al cielo la sua rinascita. Poi assunse un’espressione indecifrabile, un misto fra incertezza e incredulità.

«Re Zerxex, ti ricordi di me? Forse in questo corpo non mi riconoscerai, ma un tempo ero conosciuto come Trivia.»

Solo a quel nome il guerriero girò la testa ad osservarlo. Provò a parlare, ma non uscì suono dalla sua bocca.

«Non preoccuparti se non riesci a pronunciare parola, è l’effetto della scomposizione del tuo corpo. Ho dovuto farlo, se no saresti rinato come un orrido zombie, e non è certo questo che mi serve. La tua forza e il tuo popolo, mi servirà per adempiere la mia vendetta.» lo tranquillizzò Trivia.

«E alla mia…non pensi…signore delle tenebre?» rispose con voce flebile.

«Avrai anche quella. Coloro che ti hanno fatto questo incantesimo, hanno privato te il tuo popolo del sonno eterno, ma ormai non sono più di questo mondo. I loro diretti discendenti furono gli sciamani, che anche loro scomparvero. Gli unici rimasti della loro stirpe sono ora a capo delle più importanti nazioni di Gaya. E io ho bisogno di te, per farle cadere a pezzi.»

A quelle parole, l’istinto di guerra del signore della guerra iniziò di nuovo a pervadere il suo cervello. Un ghigno prese forma sul suo volto coperto da una folta barba intrecciata.

«Avrai i servigi del mio popolo… i migliori guerrieri mai esistiti.» proclamò il re.

«Allora esegui il tuo urlo di guerra. Io posso ridare loro le anime, ma non posso risvegliarle senza il loro permesso…» mentì Trivia.

Zerxex allora salì le scale che portavano al balcone del suo palazzo, e vide la sua città, parzialmente distrutta, senza anima viva. Il ricordo della sofferenza patita per tanto tempo, e della sconfitta subita gli fecero una rabbia incontenibile, che sfociò nel suo lungo urlo di guerra, antico di generazioni:

“Alalaaaaaì!!!”

La sera stessa, la nave di Alexandria approdò sull’isola. I passeggeri sbarcarono e si diressero al villaggio degli sciamani. La nave sarebbe stata spostata poi da Kalò all’interno dell’apertura che dava sul mare, dove Gidan raccontò il passo del “Diario di un viaggio” di Ipsen a Daga quattro anni prima. Appena entrati nel villaggio, videro Mikoto che correva verso di loro.

«Finalmente siete arrivati. Ho nuove notizie riguardo l’Ultima.» disse trafelata.

«Dicci Mikoto.» fece Daga incuriosita.

«Ho controllato a Daguerreo se il nome di quell’arma compariva da qualche parte, ma non ho trovato nulla. Analizzando la scheggia, ho scoperto che è basata sulla manipolazione del flusso delle anime e in antichità solo un nome, che è presente anche in quel murale, può aver fabbricato un’arma del genere. Era sacerdote di Esto Gaza, e il soprannome che aveva, se non mi sbaglio lo dovreste conoscere.»

Tutti si ricordarono improvvisamente, di una persona di cui avevano sentito parlare come un essere unico nel suo genere, in grado di eseguire delle saldature speciali. Lo cercarono per tutta Gaia ma non lo trovarono. Solo nel Mondo dei Ricordi, dopo aver sfidato e sconfitto una mostruosa creatura, riuscirono a incontrarlo.

«Il nome è Hades, il fabbro fantomatico.»


“Beh, direi che i pezzi stiano cominciando a rimettersi a posto, non è così? Nel creare il personaggio di Zerxex (anche lui secondario, non preoccupatevi è l’ultimo) mi sono ispirato ai combattenti del film ‘La mummia 2’, gli ho dato il nome modificato di un famoso re persiano, e gli ho fatto urlare l’urlo di guerra greco-macedone: bell’intruglio, vero? Ed ora passo ad una piccola spiegazione per le persone che non conoscono Hades: il personaggio è un boss finale del gioco che si trova nel Mondo dei ricordi, dove Quina ha la visione di nuotare nel mare. Se cliccate ripetutamente ‘X’ e vi infilate in un’isenatura a destra dello scenario, vi comparirà la nuvoletta ‘?’. Una volta cliccatoci sopra, riceverete la sfida di Hades, e una volta battutolo (impresa non semplice) vi fabbricherà molti oggetti utili. Poichè anche su questo personaggio si sa molto poco, ho voluto creare IO la sua storia. Alla prossima, commentate numerosi!! Ed ora passo alle risposte:

psyker: bè, spero che questa “azione” di Trivia abbia rispettato le tue aspettative! Beh devo dire che quella sequenza è una di quelle di cui vado più fiero: l’ho scritta di getto ridendo io stesso mentre la facevo! Blank e Marcus poi, sono spettacolari. Se riuscirò, metterò anche un pezzetto con i fratelli Piddu, Poddu, e Puddu!”


Vai a ‘Seleziona Capitolo’

Vai a Capitolo 12