[Fan Fiction] Choices : Capitolo 4 – Cucinare

Nota dell’autrice: una cosetta scema che mi è venuta in mente. Scritta proprio tanto per XD

Prompt: 3 aprile – Cioccolato

Il tre gennaio Rinoa si svegliò come sempre: lentamente, stiracchiandosi e allungando una mano verso la metà del letto di Squall.

Rotolò sul fianco, scivolando nel letto fino ad abbracciarlo e appoggiandosi contro il suo petto. Chiuse nuovamente gli occhi, dando il tempo alla realtà di farsi più chiara, mentre si godeva il braccio di Squall che la stringeva pigramente… e poi sbarrò gli occhi e si sollevò a sedere così velocemente che anche Squall si chiese cosa fosse successo.

“Che hai?” le chiese, confuso. Era sabato mattina, si poteva rimanere a letto fino a tardi, e quando si trattava di rimanere a letto Rinoa non si tirava mai indietro…

“È il tre gennaio! Stasera ci sarà Laguna a cena!” In un lampo, si fiondò verso il bordo della sua metà del letto, afferrando la vestaglia e vestendosi in fretta per alzarsi.

“Ma dove vai?” le chiese lui, sollevandosi sui gomiti. Non aveva mai visto Rinoa alzarsi così presto – sicuramente, non in un giorno in cui si poteva stare a letto fino a tardi, per di più durante l’inverno.

“Devo preparare la cena!” La risposta gli giunse smorzata, perché Rinoa si era già buttata in cucina: poteva sentire fin da lì il rumore di antelli aperti e chiusi.

Si stese di nuovo sul letto, sospirando profondamente; oramai era chiaro che la mattinata di coccole sotto al piumone che aveva immaginato di trascorrere era sfumata. Si chiese da quale divinità malefica fosse stato posseduto quando aveva dato ascolto a Quistis e aveva invitato a cena Laguna ed Ellione per il tre di gennaio, compleanno di suo padre; l’ansia di Rinoa, notoriamente non molto brava in cucina, per quella serata lo aveva portato a pentirsi quasi subito della sua decisione. Ma quando aveva accennato all’idea di andare in un ristorante, Rinoa stessa si era opposta; Laguna era suo padre, gli aveva detto, Ellione era sua sorella e lei voleva fare buona impressione su entrambi. Avrebbe preparato lei la cena.

Quando la raggiunse in cucina, circa dieci minuti dopo, Rinoa aveva appena versato il caffè e tirato fuori i biscotti per la colazione. Era seduta al tavolo, rimestava il cucchiaino nella sua tazza e sfogliava un librone di cucina che lui non aveva mai visto, con gli occhiali per la lettura sul naso e un pacchettino di post-it con cui, immaginò Squall, avrebbe segnato le ricette che le interessavano.

“Non c’è bisogno di fare le cose in grande,” le disse Squall, intingendo un biscotto nel suo caffè. “È solo una cena informale.”

“Una cena informale con la tua famiglia,” borbottò lei, appiccicando un post-it sulla pagina di una ricetta che dalla fotografia gli parve estremamente lunga e complessa.

“Sì, ma ti conoscono già,” rispose lui, allungando una mano a prendere quella di Rinoa. “Non penserai davvero che ti giudicheranno sulla base di questa cena?”

“Voglio comunque fare bella figura,” ribadì lei, voltando veloce le pagine fino ad arrivare ai secondi.

Squall decise di lasciare perdere e continuò a fare colazione, annuendo o scuotendo la testa, rassegnato, quando Rinoa gli chiedeva se preferiva il pollo o il tacchino, o un dolce alla frutta o al cioccolato.

“Non sei d’aiuto,” gli disse infine Rinoa sospirando, alzandosi per prendere un blocco note e preparare la lista della spesa.

“Rinoa, sono le otto e mezza di mattina… ti sarò sicuramente più di aiuto per la cena quando saranno, che so, le cinque di oggi pomeriggio!”

“Non capisci,” disse lei, come sconsolata, come malinconica. Poi, tutt’un tratto, batté le mani, come per farsi forza. “Mi faccio una doccia ed esco a fare la spesa. Tu puoi fare quello che vuoi, ma per favore, per favore… non disturbarmi oggi, ok?”

“Ok,” rispose Squall, rassegnandosi. Non avrebbe capito mai l’ansia di Rinoa, il suo desiderio di fare da sola, pur sapendo di non esserne molto in grado, la sua voglia di fare buona impressione con la sua cucina. Lui pensava che Rinoa avesse già fatto un’ottima impressione su Ellione e Laguna, semplicemente non se ne rendeva conto. Sperava che la serata sarebbe andata per il meglio, anche se non ne era molto convinto.

Rinoa tornò in cucina dopo circa mezz’ora, profumando di lavanda, e gli si avvicinò per baciarlo prima di uscire. Squall decise che, se doveva rimanere fuori dai piedi mentre lei si accingeva a preparare la cena ancora prima che fosse ora di pranzo, tanto valeva ammazzare mostri: scaricare la tensione prima di incontrare Laguna era sempre un’ottima idea.

Lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, e si avviò al Centro Addestramento.

*~*~*~*~*

Pranzarono alla mensa. A Squall fu concesso solo di entrare nell’appartamento per farsi una doccia dopo l’allenamento; Rinoa lo informò che avrebbero dovuto mangiare fuori, perché non aveva avuto il tempo di preparare anche il pranzo. Squall aveva solo scosso la testa e l’aveva baciata – non la capiva, ma la sua ansia lo inteneriva.

Fu Selphie, quando Rinoa era già tornata al loro appartamento dopo pranzo, a fargli capire le cose dal punto di vista di Rinoa. Lui le raccontò sorridendo della loro cena per la sera, e Selphie, sbucciando una mela, disse che forse per Rinoa la questione era molto più seria. “Pensaci,” gli disse. “Laguna è il Presidente di Esthar, e sicuramente sarà servito e riverito ogni giorno. Rinoa probabilmente non si sente all’altezza non tanto per come cucina, ma per il ruolo che ricopre nella tua vita. È la tua ragazza, e questo la rende la ragazza del figlio del Presidente di Esthar. Lei vuole solo dimostrargli che sa prendersi cura di te, che si tratti di starti vicino, di vivere con te o di prepararti anche da mangiare. Non vuole che Laguna pensi che potresti avere qualcosa di meglio. Vuole che Laguna pensi che lei è il meglio, per te.”

“Ma lei è il meglio per me,” rispose pensieroso Squall.

“Sì, lo sappiamo tutti che è così. Ma nessuno di noi è Rinoa, e non sappiamo cosa sta provando… secondo me sta scaricando sulla cena di stasera l’ansia che prova quando pensa che in qualche modo Ellione e Laguna la giudicano, perché fa parte della tua vita. Vuole essere sicura che anche loro pensino che merita di far parte della tua vita.”

“Ma la loro opinione a me non interessa. Voglio stare con lei e basta,” le disse Squall.

“Lo so,” sorrise Selphie. “Sotto sotto lo sa anche lei. Ma ci tiene a darti una famiglia,” terminò. “E della tua famiglia fanno parte anche Laguna ed Ellione.”

Squall sospirò, rifletté in silenzio sulle parole di Selphie, e poi lei gli ricordò che doveva comprare un regalo di compleanno a suo padre.

Mentre era fuori, rimuginando su Rinoa e Laguna ed Ellione e la storia della famiglia, passò davanti ad una pasticceria di Balamb che aveva in vetrina una torta al cioccolato decorata con le fragole. Due passioni di Rinoa. Si trovò a comprarla ancora prima di averci riflettuto davvero. Dopotutto, si disse, se per lui Rinoa era disposta a spadellare dalle otto del mattino, anche se lui proprio non capiva il perché, poteva almeno ringraziarla a modo suo.

E ‘a modo suo’ comprendeva una torta con cioccolato e fragole, un piumone caldo e le coccole che aveva dovuto rimandare dal mattino.

*~*~*~*~*

Quando rientrò a casa, intorno alle cinque del pomeriggio, l’unica luce accesa nell’appartamento era quella della cucina. Infilò la testa nella stanza solo per vedere Rinoa che piangeva, davanti al lavandino, con una mano sotto al getto dell’acqua.

“Che è successo?” le chiese preoccupato, avvicinandosi a lei.

“M-mi sono s-scottata,” singhiozzò lei. “Sono un d-disastro, andrà malissimo…”

“Hey, tranquilla,” le disse lui, controllando nel suo subconscio se aveva qualche magia a disposizione. Trovò una Rigene, e avvolgendo con dolcezza una mano intorno a quella di Rinoa, canalizzò lì l’incantesimo e l’ustione regredì piano piano, fino a scomparire del tutto. Poi la circondò con l’altro braccio e la attirò al petto, tenendola stretta fino a quando si calmò. “Ascoltami bene,” le disse quando lei cercò di allontanarsi, trattenendola ancora qualche secondo. “Andrà tutto bene, perché ti sei impegnata tantissimo. E se non andrà bene, andrà meglio la prossima volta.”

“Non vorranno nemmeno venire la prossima volta!” sbottò lei. “Non sono riuscita a fare niente come avrebbe dovuto essere! Il primo sembra una poltiglia collosa e-”

“Rinoa, basta,” sussurrò lui. Si guardò intorno nel caos di padelle, zuppiere e cucchiai sporchi e trovò i piatti già pronti. Intinse un dito nel primo, lo succhiò e poi le disse, “non ha un bell’aspetto ma è buono. E sono sicuro che vale anche per il resto. E andrà bene anche a Laguna, te lo assicuro io.”

Non troppo convinta, Rinoa cercò il modo di cambiare discorso e adocchiò i pacchetti che lui aveva abbandonato sul tavolo per soccorrerla. “Che hai comprato?”

“Un regalo per Laguna, è una collezione dei Timber Maniacs con i suoi articoli,” rispose lui, lasciandola andare. “E questa,” disse estraendo la torta dalla borsa della pasticceria, “è per te. Per ringraziarti per oggi.”

Lei aprì l’involucro in cartone del dolce, e scoppiò a ridere. “È proprio la torta che stavo cercando di fare,” disse asciugandosi una lacrima.

“Bene,” sorrise lui. “Questa è per noi due e ce la mangiamo più tardi. Per quella di stasera, posso darti una mano io?”

Lei cedette, e gli indicò un fornello dove due pentole stavano pericolosamente impilate una sopra l’altra. “Puoi iniziare fondendo il cioccolato? Io mi sono già scottata tre volte, oggi,” disse ridacchiando.

Lui scrollò le spalle, il suo modo per dire sì, e qualche minuto dopo era riuscito a farla ridere e a farla sentire più tranquilla. Alla fine nemmeno il suo aiuto servì a molto – la torta era sgonfia nel mezzo, ed era più alta a destra che a sinistra, e la glassa sembrava un po’ troppo densa – però almeno riuscì a farla stare meglio.

E mentre lei era sotto la doccia e lui finiva di apparecchiare il tavolo, si trovò a pensare che, in un modo o nell’altro, cucinare insieme a lei lo aveva aiutato a non diventare troppo teso all’idea dell’incontro con suo padre.

Forse lei non si sarebbe mai resa conto di queste cose, ma lui se ne accorgeva eccome, ed era esattamente per quel motivo che, qualunque cosa pensassero gli altri, lei era assolutamente il meglio per lui.

*~*~*~*~*

“Visto che è andata bene?” sussurrò Squall smettendo di baciarla, solo per imboccarla con un pezzetto di torta. Lei lo assecondò, leccandogli appena le dita, e si lasciò baciare di nuovo mentre il sapore del cioccolato, della panna e delle fragole si mescolavano nella sua bocca.

“Laguna è molto… accomodante,” ridacchiò lei, mentre lui tagliava un altro pezzetto di torta, schiacciandoglielo questa volta sul seno e abbassandosi a leccarlo via. “Se fosse stato mio padre, sarei stata criticata persino per il colore dei piatti.”

“Tuo padre non capisce niente,” ribatté lui, sollevandosi da lei e appoggiandosi sulle mani. Rinoa sorrise, perché la sua espressione mortalmente seria contrastava con le guance sporche di cioccolato. “Per me non conta quanto bene fai una cosa. Mi basta l’impegno che ci metti per farla… e mi basta sapere che la stai facendo per me per…” Si interruppe, perché lei si era sollevata a ripulirgli il viso e gli sembrò impossibile non baciarla.

“Per…?” lo incoraggiò lei, separandosi quanto bastava per affondare un dito nella farcitura alla panna della torta, e tracciare un sentiero lungo il petto di Squall, dal collo all’inguine.

“Per farmi impazzire,” gemette lui, e lei rise perché sapeva benissimo che non era stata la prima cosa a cui aveva pensato. Ma poi lui era troppo impaziente per continuare a giocare, e lei si ritrovò senza pensieri, aggrappata a lui a sussurrargli centinaia di grazie, mentre i suoi movimenti le rubavano qualsiasi facoltà di articolare pensieri e parole, e il suo corpo rispondeva da solo, fino al momento in cui l’espressione di Squall era libera e completamente sua, in ogni ruga, in ogni contrazione, e il suo corpo le apparteneva in ogni spasmo di piacere.

“Lo sai, vero,” le sussurrò Squall quando ebbe ripreso fiato, mentre lei si tagliava un pezzo di torta per cedere al capriccio di accomunare il piacere del cibo a quello del sesso, “lo sai che Laguna poteva anche criticarti per il colore dei piatti, e io ti avrei amato lo stesso?”

“Sì,” rispose lei. “Per questo, quando verrà a cena per il mio compleanno, mi aiuterai a cucinare, vero?” chiese poi con fare innocente, arrivando anche a sbattere le palpebre.

Lui scoppiò a ridere. “Stai cercando di incastrarmi,” rispose baciandola.

“No,” ridacchiò Rinoa, spingendolo a stendersi per potersi rannicchiare sul suo petto. “Sto solo cercando di avere un’altra torta al cioccolato… questa è stata… interessante,” terminò facendogli l’occhiolino.

“D’accordo,” cedette Squall, accarezzandole la schiena mentre lei gli si tendeva contro. “Avrai una torta al cioccolato ogni volta che la vorrai.”


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